Era da un po' di tempo che
pensavo di cambiare vestito a questo mio blog-diario: lo guardavo e
sentivo che non mi apparteneva più. E' un po' come quando ti guardi allo specchio e
improvvisamente ti accorgi che non sei più quella che ancora ti ostini a vedere,
sbagliando anche misura quando vai a comprare qualcosa ; si, certo, vedi
ancora parte di tutta quelli che eri, ma non hai più la stessa
taglia, la stessa pelle, lo stesso sguardo, la stessa luce. In
quattro anni, ossia da quando ho deciso di mandarlo in rete, molte,
troppe cose sono cambiate. E' cambiata la mia vita,
persone che erano fondamentali per essa non ci sono più; se ne sono
andate così, ingiustamente, malamente. Ho cambiato lavoro, casa, abitudini,
ho cambiato sentimenti, e non sono più “da sola”. Chi per anni
era rimasto un desiderio per me, un desiderio che ha motivato gran
parte della mia scrittura, è diventato un ricordo, e un ricordo
minore. Ho malinconie nuove, nuove nostalgie e mancanze ,
assenze pesanti da gestire, e gioie sentite in maniera diversa; gioie cariche di consapevolezza di felicità semplice che durano secondi, e ore di
tristezza a seguire, perchè oggi quelle gioie e quelle consapevolezze fanno troppo
male. Le sirene che tanto amavo, simbolo di conoscenza, grazia,
bellezza, acqua e memoria, non mi trasmettono più quella loro musica, quel
sogno, non riesco più a sentirne il canto.
Le sirene di Nizovtesev che nuotavano in questo blog
mi sembra appartengano a un'altra vita, una di quelle che ho vissuto
e che non c'è più. Sono cambiata io, o perlomeno ho cambiato pelle,
ho dovuto, e non me ne sono neanche accorta, negli strati sottostanti
magari sono rimasta la stessa, ma la pelle no, quella è cambiata, ed è per questo che
ho dovuto cambiare vestito a questo mio specchio.