Prima dell'avvento di Facebook, l'unico gossip sempre a portata di occhio era quello delle riviste
scandalistiche, personaggi nazionali ed internazionali sempre in
accordo con paparazzi e giornali per arricchire il loro portafoglio
ed il nostro patrimonio culturale. Allo stato attuale quasi tutte le riviste, sono costrette dall'acqua alla gola, ad inserire gadget, regalie e inserti vari, pur di vendere qualche copia in più che li aiuti a
galleggiare, quando non a chiudere battenti. Oggigiorno purtroppo o per fortuna, gira tutto in internet, con le varie “sbattine”
televisive sempre pronte ad inondarci di selfie, uno per ogni momento
della loro stupida vita, vuota almeno quanto le loro teste e i loro
corpi prima del silicone. Per fortuna anche loro sembrano in crisi di
share, e infatti: perchè interessarsi di gente che non vedremo e
conosceremo mai, di pure astrazioni, quando possiamo sapere momento per
momento, tutto di tutti quelli che conosciamo, e anche di quelli che
ancora non conosciamo ma che indirettamemte ci toccano o potrebbero
farlo? Facebook è diventato il novella 2000 de noialtri, persino dal
parrucchiere ormai, si sta tutte attaccate ai telefonini piuttosto che ai
giornalini. Puoi sapere cosa mangia Tizio o Caio, dove lavora e quando,
cosa fa, dove va in viaggio, quando e soprattutto con chi, insomma puoi sapere
quasi TUTTO TUTTO di tutti, ma soprattutto, cosa più importante di tutte, puoi
sapere con chi sta, con chi è stato, ed eventualmente anche con chi
starà! Le donne poi, sono capaci di passare ore ed ore a
spulciare per risalire a quando, il tipo che hanno sotto mano, ha
stretto amicizia con questa e con quella, e quando la cosa si è interrotta, o
se è continuata e per quanto, o se ancora continua di nascosto, perchè
si sa: il volersi spesso è molto, molto più silenzioso dei presunti
sentimenti sbandierati continuamente. E' in uso ormai annunciare
pubblicamente su Fb l'inizio di una relazione, come se questa, quasi non potesse esistere senza quella dimensione pubblica. Il più delle volte non esiste comunque, gli uomini infatti sono capaci di simulare intere relazioni sia che siano pubbliche o privatissime, ma l'ufficializzazione su fb di certo comporta rischi di varia natura ai quali la "coppia"di turno non sembra volersi sottrarre, sicura com'è del suo finalmente amore "eterno", almeno fino al prossimo. E allora ecco partire le telefonate, i
gruppi su whatsapp, i messaggi, la lieta novella che circola con tanto di foto
e commenti,etc etc etc.Il tutto senza costi aggiuntivi. Quando la maturità è grande poi, il gossip diventa succulento, dal momento che la coppia
è sul social quasi minuto per minuto, si, proprio come tutto il calcio,e ti viene naturale chiederti perchè, e dico perchè, questi sempre appiccicati come siamesi, fidanzati, ma anche sposati, sentano la necessità di parlarsi attraverso Fb!? Sarà perchè stanno sempre pronti per la foto, con i loro sorrisi fissi, alla Joker, stampati sulla faccia, o con le cosiddette bocche a culo di gallina? Non saprei. Allo stesso modo, anche alla luce di tutto questo, mi lascia basita qualsiasi tipo di argomentazione su privacy e sicurezza. Ma tornando alle nostre splendide coppie, possiamo anche ritenerle responsabili di un nuovo effetto panico, dal momento che
quando non te li ritrovi sulla home, intuisci cosa stiano facendo e ti viene il
terrore cieco che possa anche per noi umani non famosi, scattare la moda del
selfie "a letto" o dell'inizio data di accoppiamento o concepimento. Certo il tutto ha anche molti altri effetti collaterali, quelli per il contorno coppia, possono variare spaziando dalle
coliche ai travasi di bile, dai conati di vomito alle risatine da cartone
animato, ai sospiri di sollievo della serie ma come poteva piacermi
uno così stupido/a, fino al cliccaggio del tasto non seguire più
che è meglio! Per la coppia l'effetto
collaterale arriva soprattutto alla fine, in genere a tempo debito se ne comincia a intuire la maretta, le burrasche, la tempesta, ma la fine, quella vera,
arriva sempre con la cancellazione. E così, il se mi lasci ti
cancello, rimette in moto tutto il meccanismo del gossip nostrano, con eventuale umiliazione annessa, del chi ha cancellato prima chi, e perchè, e di
quella che sembra essere ancora la prima occupazione di uomini e
donne con l'intervallo del lavoro, ossia andare a caccia sempre, di femmine per i maschi e di maschi per le femmine.Prosit.
giovedì 29 gennaio 2015
lunedì 26 gennaio 2015
#Sesso#blog e identità.
Titolare un blog “il sesso
inutile” era già di per sè un rischio, un rischio che poteva
portare molto bene o molto male o entrambe le cose, come del resto
tutti i rischi. Sembra infatti che la parola più ricercata sul web
sia, sopresa delle sorprese, proprio“sesso”, motivo per cui chi
mi ha aiutato a mettere su questa pagina mi ha indirizzato in
tal senso. Per avere subito visibilità bisognava
trovare un titolo che includesse la parola incriminata. Come già
spiegato proprio in questa sede proprio con il post che da il titolo al blog appunto,
il sesso inutile significa tante cose, tante situazioni che viviamo, certo c'è un chiaro riferimento al genere maschile di cui vengono elencati ogni tanto difetti e qualche pregio, ma soprattutto vuole essere un omaggio a Oriana Fallaci che così chiamò uno
dei suoi primi libri. Col passare del tempo abbiamo scoperto con non
poca sorpresa, che la parola sesso viene ricercata dopo l'aggettivo:
brutta, al quale segue quasi sempre la parola donna. E' da qui che "le donne brutte", risulta essere il post più letto, e come si può
immaginare nel 90% dei casi l'utenza che vi approda non è delle
migliori, dal momento che chi in genere si nasconde dietro lo schermo non cerca da leggere, o un blog diario
come questo, o le preghiere di santa Vereconda. Certo se si pensa che i video più ricercati sono quelli in cui si fa sesso con donne brutte, si trovano molte risposte sociali, alcune legate addirittura a quello stesso post, molte altre a quelle popolari osservazioni che si fanno rispetto a certe coppie, o infine quelle legate a quell'altro recentissimo mio scritto sulle preferenze degli uomini appunto. Da tale utenza comunque arrivano alcuni dei commenti, molti dei quali non sono
stati cancellati proprio per sottolineare la levatura dei soggetti in
questione, altri, quelli falsi, o falsamente anonimi sono stati
allegramente rimossi dalle pulizie annuali. Ci sono quelli degli ex rabbiosi, di quelli pazzi da legare, e quelli degli
ex amici che andrebbero tenuti sotto stretto controllo farmacologico
anche loro, esattamente come i primi e i secondi. Come dico spesso, le persone più ridicole, le persone peggiori, sono quelle che non sanno giudicare se stesse, perchè a renderle ridicole è proprio tutto quello che di se stesse non sanno e che nessuno osa dirgli, perchè nessuno, in realtà, le ama. Dal momento che
purtroppo "questo mondo" è risultato un vero manicomio a cielo
aperto, da qualche giorno chi vorrà partecipare dovrà
iscriversi al blog, rientrare nelle cerchie e metterci la faccia, la rintracciabilità, il nome e il cognome che tra
l'altro è riconoscibile anche quando è falso. Infine mi sembra doveroso abbracciare, e sono tantissimi, tutti i lettori affezionati, veri, gli iscritti e i non iscritti che comunque hanno una faccia, un indirizzo e un sorriso e una parole intelligente anche quando non sono d'accordo, anche quando qualcosa non gli piace. Grazie a tutte quelle donne che mi scrivono in privato di profondità che non dimenticherò mai, a tutte quelle donne che stanno leggendo il mio libro e sentono l'esigenza di comunicarmi le loro sensazioni. Grazie perchè è solo attaverso le persone che vivono prendendosi la responsabilità di quello che sono, di quello che scrivono, di quello che dicono, pensano, sentono, che ci si può confrontare, che ci si può migliorare, che si può decidere di andare in una direzione oppure in un'altra, ma soprattutto si può sperare ancora.
venerdì 23 gennaio 2015
io# Albano e Romina
Ci sono giorni fermi, immobili, giorni dove tutto vive come
sospeso, rimandato. E' così, e nessuno può farci niente. Non puoi farli
partire, non puoi farli ricominciare, niente, puoi
solo aspettare che passino, che arrivi finalmente domani, o semplicemente quel
giorno in cui tutto ripartirà come per incanto, come se fosse
normale, come se nulla si fosse mai fermato. Mi chiedo cosa sia, se uno stato interiore, e allora anche il tempo lo è, o se davvero
qualcosa nell'universo rallenta, rallenta e noi misteriosamente riusciamo a percepirlo. Qualsiasi cosa dentro di noi si ferma, galleggia come in assenza di gravità. Si ferma la
rabbia, si ferma il dolore, anche l'ansia si ferma, le preoccupazioni,
tutto, persino l'amore si, anche lui si ferma. Ci sono giorni così,
mentre una forza lontanissima ti costringe a pensare a ciò che dovresti fare: scrivere, cucinare, lavorare. Ripassi mentalmente tutto quello che
hai in sospeso e non riesci comunque a fare nulla, pensi solo a quel famoso domani che è un altro giorno. Si domani, domani
lavorativo o festivo, o scolastico, o domani e basta ma basta che sia
domani. E intanto nella mia immobilità si accavallano pensieri sconnessi,
slegati fra loro, mi risuonano in testa vecchi motivetti che odiavo e che mi
mettono tristezza se penso a come è diventato il mondo di quando ero bambina e quelle canzoni per un attimo alimentavano le nostre speranze, quelle attese che credevamo sarebbero state soddisfatte. E ci sembrava normale. E ci sembrava la vita. Ci sarà una storia d'amore ed un mondo migliore, ci sarà un azzurro più intenso ed un cielo più immenso, e la tua ombra al mio fianco vestita di bianco e un mondo più umano dove dirsi ti amo di più. E cosa c'è
invece oggi? Un disastro completo, il fallimento dell'umanità al posto di un mondo più umano, non parliamo poi del colore del cielo, delle teorie sulle scie chimiche di cui francamente non mi interesso, e di quello che respiriamo e che mi costringe a prendere antistaminici ormai in quasi tutte le stagioni. Mi sono vestita di bianco solo per la prima comunione, ed era il saio da suora, e la storia d'amore si, quella c'è stata è vero, ma è finita, e anche se sono stata fortunata anche solo per il fatto che la maggior parte delle volte che ho detto ti amo qualcuno ha risposto anch'io, il suono di quelle parole rivolte ad un uomo l'ho praticamente dimenticato. E si sa continuiamo a dire ti amo raramente alle persone che più amiamo, anzi forse solo in situazioni estreme e anche li lo facciamo con pudore e quasi con la paura che tutto il nostro amore possa essere un peso troppo grande da sopportare. Oltre a certe canzoni con personaggi annessi, che già allora mal tolleravo anche se oggi quasi mi commuovono, ricordo che mi infastidivano le gattare, e che i gatti mi erano indifferenti quando non
mi facevano paura, e penso che adesso, quando penso a me, mi penso come una “ragazza con un
gatto”, e non capisco se ho più paura di innamorarmi di nuovo o
di non innamorarmi più. Mi guardo intorno e mi sembra impossibile, mi sembra che nessuno abbia dentro di sè qualcosa che appartiene anche a me, non più. E poi ci sono questi giorni di immobilità, di attesa di me, di pensieri slegati come questi, di attesa che tutto ricominci a girare nonostante per me l'amore
non sia più qui ormai, lo so. L'amore è altrove. E forse: ci sarà.........
Iscriviti a:
Post (Atom)