Mi era sembrato un bel sogno e infatti lo è
stato, per un solo attimo, non poteva essere possibile infatti che
Saturno uscisse finalmente dal segno del Leone! Controverso pianeta,
sempre negativo, ci hanno girato anche un film sulla sfiga che porta
una volta entrato nel tuo cielo, e infatti, nemmeno si può raccontare
cosa ha significato nel mio, soprattutto negli ultimi anni. Neanche
per il 2014 si prevede che si tolga dalle "stelle", niente, staziona,
ma questa volta bonariamente, dicono, e nella sola maniera in cui può
essergli possibile. Sembrerebbe infatti che stavolta ti sevizierà solo
per farti capire dove stai sbagliando, hai
sbagliato, e cosa devi cambiare per andare avanti al meglio. Ma che
gentile, che bellezza, e soprattutto che fortuna! Ancora! In effetti
per me che non faccio bilanci solo a Gennaio, è stato un anno
migliore di altri in quanto a crescita e consapevolezze, uno di
quegli anni in cui per citare il cantautore del mio cuore, quello che
non mi vuole sposare, ti sembra che tutto vada bene anche quando le
cose vanno male. Ho scoperto che anch'io ho la forza di dare forza in
quei momenti di paura e panico che precedono un intervento
chirurgico, che posso aspettare fuori da quella porta con fiducia, e
sorridere dopo, e vegliare notti intere in ospedale. Ho scoperto che
posso essere pilastro portante. Ho viaggiato un po', e questo adesso so, ti
rimescola dentro in modi che non sapevi: partire, mettersi alla prova
, misurarsi con il mondo fuori, la nostalgia per quella gatta che ti
illudi dipenda da te, di cui ti prendi cura come fosse la tua bambina anche quando scopri che è
lei in realtà che veglia su di te. Scoprire senza paura di essere
soli, di potere cavarsela senza nessuno, e scoprire soprattutto che
questa che credevi fosse qualcosa di terribile da scoprire è
invece quel qualcosa che ti da un'ebbrezza interiore, una forza, una
coscienza di te che non sapevi né speravi di poter avere. E poi, guidare tanto, da
sola, per ore, o avendo la responsabilità di altre vite, portare
invece che essere portata. Ho imparato che non mi fa più impressione
andare al bar da sola, o al ristorante o al mare o dovunque, da sola
perchè voglio così, perchè mi piace così, perchè sto bene così.
Ma è stato un anno anche di amici ritrovati, amici senza i quali la
vita sarebbe estremamente più difficile e triste, di amici nuovi e
già da subito vicini al mio cuore, di quelli che sai che rimarranno
per sempre esattamente come quelli che ci sono ogni giorno da quando eri bambina.
Un anno di perdite affettive, di un amore che non è più lo
stesso, che diventa diverso, che ti spiazza inizialmente come fosse una
sfortuna ma che poi grazie a Saturno, evidentemente, capisci che è meglio così,
che grazie a questo vivrai più sereno, più per te, e soffrirai di meno nel presente e
nel futuro. E' stato, dopo gli ultimi tre lunghi anni, un anno senza di
lui, e già solo per questo è stato meraviglioso a dir poco!
Liberarsi di persone pericolose e danneggiate oltre ogni limite, ti
aiuta ,sempre grazie all'incubo che Saturno ti ha fatto vivere, a riconoscere in chiunque altro i segni
della pericolosità. E' stato un anno in cui ho
conosciuto altri uomini, ovunque, magari mi sono piaciuti, magari non
li ho amati, ma ho capito che posso andare avanti, che esistono
realtà assolutamente sane e che presto tornerò ad amare. E' stato
un altro anno senza Alessandro, e questo non mi ha fatto male nemmeno
per un momento, o forse magari uno solo, ma di breve durata, e anche questo è meraviglioso. Per il resto ho cambiato casa, accorciato i capelli, cambaito i colori del trucco, ho continuato a mangiare tanto quanto mangio, anzi anche di più e ho preso peso, e mi sento meglio, mi vedo meglio! Vivo libera nel cuore, nella mente, nelle vita, amo le mie abitutidini, non ho più sensi di colpa, scrivo, scrivo e scrivo e non ho perso quella sana pazzia con cui vivo tutte le cose della mia vita ogni giorno. Si, mi piacerebbe che Saturno fosse finalmente messo in ombra da Giove e che un pò più di fortuna mi bagnasse i capelli e il sorriso e gli occhi, per il resto dal momento che vivo nella continuità farò di questa sera una sera come tutte le altre, di questa notte una notte come tutte le altre, e di buoni propositi per il nuovo anno non ne ho assolutamente nessuno.
martedì 31 dicembre 2013
martedì 10 dicembre 2013
Quattro funerali e nessun matrimonio
Noi esseri umani siamo fatti così,
quando ci succede qualcosa di brutto, ma anche di buono e
bello, vogliamo che le persone che amiamo ne siano subito informate.
Abbiamo bisogno di sentire i legami, al punto che spesso per sentirli ce li
inventiamo anche quando non ci sono, si, abbiamo bisogno che qualcuno
segua la nostra vita nelle sue fasi più importanti, belle o brutte che
siano. E' cosi' che arrivano le notizie, fulmini a cielo coperto anche quando te le
aspetti. Notizie che riguardano nascite, proposte di matrimonio,
esami superati o non superati, diagnosi, e sconfitte, e delusioni e poi le più
terribili, quelle che riguardano la morte. Ti colpiscono in genere
nel cuore della notte o di giorni in cui ti alzi e senti
qualcosa di strano nell'aria, come fosse ferma, senti come se un dolore stesse per
venirti incontro come un muro che non puoi evitare. In mezzo a circostanze
come questa in genere ti chiedi come consanguinei possano essere
cosi' diversi, a volte solo all'apparenza, altre profondamente. Si, i
parenti non si scelgono è vero, ma a volte bisognerebbe proprio
cancellare da sé ogni traccia di appartenenza a quelle che sembrano
altre specie, diverse dalla tua. Ci sono zii, cugini, fratelli anche capita, di cui crescendo non sai proprio che fartene. Nel mio caso per esempio pur non avendo mai frequentato
un ramo della nostra famiglia per fortunose ragioni scelte dal
destino, mi ritrovo comunque, ogni tanto, a dover fare la mia parte nel rispetto
di chi amo, e questo succede soprattutto ai funerali, a quelli dove davvero non puoi decidere di non andare. Compenetrandomi nel dolore come sono solita fare, mi convinco che possa
essere reale, come nelle specie normali, penso a come sarebbe il mio di dolore, e mi commuovo fino alle lacrime. Forse perchè credo che il dolore sia l'unico, vero, reale, sentimento della vita, solo che nel momento in cui torno in me invece mi ritrovo a sperare di star bene ancora per molto tempo, di non
morire presto, solo perchè non vorrei mai e poi mai e dico mai ritrovare
certa gente al mio di funerale! Sarebbe davvero una pessima giornata
anche da morta, di quelle davvero sgradevoli, correrei il rischio di
risvegliarmi per la rabbia e il disgusto, di tirarmi su dalla bara per buttare tutti fuori dalla chiesa. Lo spettacolo della
morte e della vita nello stesso posto è a dir poco grottesco, sempre,
soprattutto al chiuso di una chiesa. Mi ritrovo a pensare a come
possa essere possibile generare figli che ti abbandonano fino ad ucciderti, per chissà
quale ritorsione, vendetta, ignoranza o disumanità nei
confronti di chi ormai è vecchio e inerme e anche il male che ha
fatto dovrebbe contar meno, se lo ha fatto. In momenti come questo penso che non sempre siamo il risultato di una educazione ben precisa, in momenti come questo credo che a far da padrona sia la nostra natura, solo quella, quel dentro con cui nasciamo e che nessuno sa davvero da dove venga. In momenti come questo penso che non mi dispiace non avere avuto dei figli, quei figli che un giorno potrebbero staccarmi l'ossigneno solo per il loro bene, perchè sono diventata un peso, perchè hanno dimenticato tutto l'amore e la fatica e la preoccupazione che mi è costato crescerli. L'ho visto succedere anche nelle famiglie migliori, come si suol dire, e non soltanto in quelle composte da umani e sub umani. E poi adesso che non siamo più ragazzi succede che muoiono i genitori degli amici che hai intorno, e quando sono i tuoi più cari amici non sai davvero quale sia la tua parte, cerchi di essere presenza viglile e discreta, sostegno. Pensi a cosa dire, a qualcosa che possa non suonare banale, vuota, insensata, ma poi ti accorgi che le uniche cosa che puoi dire puoi dirle soltanto coi tuoi occhi, acquosi, amorevoli, veri, perchè solo gli occhi posso arrivare dove devono, e gli occhi non si dimenticano. Adesso vado purtroppo, devo esserci per un altra persona che amo, un 'altra amica che deve dire addio ad una parte di sè, di quella sua carne che l'ha generata e che non potrà toccare mai più. Si, adesso vado, riprendo fiato e vado, devo esserci ancora per un altro funerale.
sabato 7 dicembre 2013
Anestesia emotiva.
Scrivo di notte, una notte questa, fonda e scura come un abisso, una di quelle notti dove tutto sembra
fermo : la città, il tempo, la vita, tutto tranne il vento. Scrivo di notte quando ormai tutti dormono e
in tv non danno quasi nulla, le mie serie tv
preferite sono ormai andate in onda ed io non ho più scuse per non mettermi a lavoro. Scrivo, in questa notte mentre fuori piove, i marciapiedi sono deserti, le
strade sono vuote, non ci sono gatti sui tetti e io mi chiedo dove si rifugino, dove trovino riparo mentre la mia, ignara dei pericoli, è
a letto, al caldo, e aspetta solo che io la raggiunga. Scrivo di notte perchè è più facile entrare in quelli che sembrano altri mondi, altre vite, cerchi di fuoco dentro cui fare un salto. A quest'ora tutto sembra irreale e allo stesso tempo più vero, e io poi alla luce del giorno sono diversa, dura, spesso inflessibile, assoluta, forte, ma indisciplinata e maledettamente pigra. Troppo pigra per fare ginnastica, apparecchiarmi la tavola, troppo pigra persino per godermi la vita, attraverso periodi in cui mi trascino in un disordine perfetto sia estreriore che interiore. In uno di questi momenti, mentre corro per inerzia, mi chiedo cosa sia, cos'è che scatta dentro di me o fuori di me, cosa genera insomma questo mio vivere come in una sorta di anestesia emotiva. Io che sono capace di arrabbiature furibonde, ipercritica per natura, sempre pronta ad andare oltre, oltre, e poi ancora oltre, ogni pensiero, ogni visione, ogni cosa, vivo come una sorta di limbo ebete. Guardo senza vedere, sento senza ascoltare, non leggo, non scrivo, non dipingo, non mi interesso a niente e a nessuno, vivo benevola e paciosa come in un sonno senza sogni o incubi, senza gioie e senza dolori. Senza desideri, pulsioni, cerco con il mio sguardo interno, di catturare, analizzare e distruggere quel qualcosa che c'è sempre prima di un niente, un niente in cui poi vivi senza avvertire mancanze, e quando non avverti mancanze non cerchi neanche l'amore, ti chiudi ad esso, non ci pensi, non puoi innamorarti di nuovo. E quel qualcosa invece, quello che precede questo nulla forse non esiste fuori di me in realtà, forse non succede niente davvero, forse è solo quella parte di me che mi ha tenuta ferma, quel difetto caratteriale che mi ha fatto prendere una strada dalla quale ad un certo punto ti accorgi di non poter più tornare indietro, quel qualcosa che forse è quella parte di me che mi fa male, che non potrò mai sdradicare del tutto, che a volte non ho la forza di contrastare. Allora aspetto, mi accetto, non posso fare altrimenti ho imparato, ma soprattutto non posso accelerare l'arrivo di quella perturbazione interiore che come dal mondo fuori, dal cielo di questa notte magari, finalmente, entrerà dentro di me per rimescolare di nuovo tutto e rimettere ogni cosa al suo posto, in ordine, in movimento. Aspetto.
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