Noi esseri umani siamo fatti così,
quando ci succede qualcosa di brutto, ma anche di buono e
bello, vogliamo che le persone che amiamo ne siano subito informate.
Abbiamo bisogno di sentire i legami, al punto che spesso per sentirli ce li
inventiamo anche quando non ci sono, si, abbiamo bisogno che qualcuno
segua la nostra vita nelle sue fasi più importanti, belle o brutte che
siano. E' cosi' che arrivano le notizie, fulmini a cielo coperto anche quando te le
aspetti. Notizie che riguardano nascite, proposte di matrimonio,
esami superati o non superati, diagnosi, e sconfitte, e delusioni e poi le più
terribili, quelle che riguardano la morte. Ti colpiscono in genere
nel cuore della notte o di giorni in cui ti alzi e senti
qualcosa di strano nell'aria, come fosse ferma, senti come se un dolore stesse per
venirti incontro come un muro che non puoi evitare. In mezzo a circostanze
come questa in genere ti chiedi come consanguinei possano essere
cosi' diversi, a volte solo all'apparenza, altre profondamente. Si, i
parenti non si scelgono è vero, ma a volte bisognerebbe proprio
cancellare da sé ogni traccia di appartenenza a quelle che sembrano
altre specie, diverse dalla tua. Ci sono zii, cugini, fratelli anche capita, di cui crescendo non sai proprio che fartene. Nel mio caso per esempio pur non avendo mai frequentato
un ramo della nostra famiglia per fortunose ragioni scelte dal
destino, mi ritrovo comunque, ogni tanto, a dover fare la mia parte nel rispetto
di chi amo, e questo succede soprattutto ai funerali, a quelli dove davvero non puoi decidere di non andare. Compenetrandomi nel dolore come sono solita fare, mi convinco che possa
essere reale, come nelle specie normali, penso a come sarebbe il mio di dolore, e mi commuovo fino alle lacrime. Forse perchè credo che il dolore sia l'unico, vero, reale, sentimento della vita, solo che nel momento in cui torno in me invece mi ritrovo a sperare di star bene ancora per molto tempo, di non
morire presto, solo perchè non vorrei mai e poi mai e dico mai ritrovare
certa gente al mio di funerale! Sarebbe davvero una pessima giornata
anche da morta, di quelle davvero sgradevoli, correrei il rischio di
risvegliarmi per la rabbia e il disgusto, di tirarmi su dalla bara per buttare tutti fuori dalla chiesa. Lo spettacolo della
morte e della vita nello stesso posto è a dir poco grottesco, sempre,
soprattutto al chiuso di una chiesa. Mi ritrovo a pensare a come
possa essere possibile generare figli che ti abbandonano fino ad ucciderti, per chissà
quale ritorsione, vendetta, ignoranza o disumanità nei
confronti di chi ormai è vecchio e inerme e anche il male che ha
fatto dovrebbe contar meno, se lo ha fatto. In momenti come questo penso che non sempre siamo il risultato di una educazione ben precisa, in momenti come questo credo che a far da padrona sia la nostra natura, solo quella, quel dentro con cui nasciamo e che nessuno sa davvero da dove venga. In momenti come questo penso che non mi dispiace non avere avuto dei figli, quei figli che un giorno potrebbero staccarmi l'ossigneno solo per il loro bene, perchè sono diventata un peso, perchè hanno dimenticato tutto l'amore e la fatica e la preoccupazione che mi è costato crescerli. L'ho visto succedere anche nelle famiglie migliori, come si suol dire, e non soltanto in quelle composte da umani e sub umani. E poi adesso che non siamo più ragazzi succede che muoiono i genitori degli amici che hai intorno, e quando sono i tuoi più cari amici non sai davvero quale sia la tua parte, cerchi di essere presenza viglile e discreta, sostegno. Pensi a cosa dire, a qualcosa che possa non suonare banale, vuota, insensata, ma poi ti accorgi che le uniche cosa che puoi dire puoi dirle soltanto coi tuoi occhi, acquosi, amorevoli, veri, perchè solo gli occhi posso arrivare dove devono, e gli occhi non si dimenticano. Adesso vado purtroppo, devo esserci per un altra persona che amo, un 'altra amica che deve dire addio ad una parte di sè, di quella sua carne che l'ha generata e che non potrà toccare mai più. Si, adesso vado, riprendo fiato e vado, devo esserci ancora per un altro funerale.
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