lunedì 29 aprile 2013
E aspetto...
E aspetto, aspetto il tempo in cui ti rivedrò, in cui saremo di nuovo nello stesso spazio, nello stesso mondo. Aspetto perchè sei un sogno, perchè l'ho sognato e i miei sogni non mentono mai. Aspetto che i tuoi occhi mi guardino ancora, come allora, come quel pomeriggio in cui ci siamo visti per la prima volta, come quella notte in mezzo agli altri, dimentichi di tutto e di tutti. Aspetto quel tuo sguardo ardente, come il mio, quei tuoi occhi nocciola, come i miei, quei tuoi occhi profondi, consapevoli, doloranti e felici allo stesso tempo, come i miei. Aspetto di sentirmi piccola piccola rispetto a te che sei così alto e imponente, di sentirmi al sicuro guardando i tuoi polsi forti, le tue braccia forti, le tue caviglie forti ; io vicino a te, sembro proprio un uccellino, tu uccellino lo sarai abbracciato al mio petto, fra i miei seni accoglienti. E aspetto di pronunciare il tuo nome, di sentire nella testa le pulsazioni del mio cuore, nel mio stomaco quelle del desiderio, quello che ti immobilizza e ti appassiona fino al dolore. Aspetto quei tuoi baci, quella bocca che solo tu hai, quel sorriso che solo tu sai farmi. Aspetto di ascoltare la tua voce, il tuo accento che tanto mi piace, di accarezzare i tuoi capelli marroni e lisci e belli che profumano di uomo. Aspetto si, e questa volta non lascerò che una guerra di mondi ci separi, questa volta fra noi non saranno mille minuti, ore, notti. Questa volta fra noi, di me e di te, saranno molto, molto più di mille di giorni.
venerdì 26 aprile 2013
La bellezza è solo un vantaggio.
A parlare, raccontare della loro
bellezza sono sempre le non belle, come se potessero mai convincere
qualcuno poi..”Una donna che si guarda allo specchio non vede mai
se stessa ma sempre un'altra “scrive Aldo Busi e io non posso che
essere d'accordo con lui piuttosto che con un Almodovar che sostiene
che una donna tanto più è autentica quanto più somiglia all'idea
che ha di sé stessa. Troppo spesso infatti l'idea che una donna si fa di sé la
fa precipitare nel ridicolo. Non mi è mai capitato infatti di
sentire la bellezza parlare di sé, nemmeno al maschile, nessuna
diva o pseudo tale, nessuna bella davvero con l'anima o senza, ex o
in atto, ha mai ammesso, vantato o sbandierato la propria bellezza.
Vuoi perchè è talmente evidente quando c'è che davvero sarebbe
superfluo parlarne, vuoi perchè vissuta quasi come un non merito da
dover giustificare. Mai nessuna che ammettesse di essere bella, di
compiacersi di questo perchè è solo ed esclusivamente un grande
vantaggio, nella vita, nel lavoro, in amore, in tutto. La bellezza
non è un arma a doppio taglio, è un'arma e basta. La bellezza è
potere. Non è vero che se sei bella devi dimostrare di più, fare di
più, sapere di più, essere più brava, più intelligente, più
capace. Alla bellezza si perdonano tante mancanze, alla bellezza si
perdona tutto, è alla bruttezza che non si perdona nulla e nemmeno
alla normalità. Quello che non è bellezza è solo un aggravante al
minimo errore commesso, è se non sei bella che devi dimostrare il
doppio! Certo poi la bellezza unita ad altre doti diventa una
miscela esplosiva irresistibile per chiunque, puoi scegliere sempre
fra gli uomini che vuoi, fra i più belli o i più ricchi, i più affascinanti o famosi, sbaragli la concorrenza
ovunque, del resto la vera bellezza è rara, soprattutto quella che ha un quid,
quella che sfugge alla descrizione, quella che affascina. La bellezza
è solo un vantaggio, sempre e comunque, è una delle fortune più
grandi di quest'unico breve passaggio, un dono è vero, non un merito,
un dono che ti consente una vita migliore comunque vada.
giovedì 25 aprile 2013
#Traslocando....
Traslocare significa ritrovare oggetti,
libri, cose che pensavi di avere perduto per strada, magari durante
il trasloco precedente o quando qualcun altro ha finalmente
traslocato da casa tua. Significa ritrovare, rimescolare, buttare,
rinnovare, e tutto questo non è facile, mai, nemmeno quando
ricominciare significa ritornare a respirare, altra vita, altri
spazi, un nuovo nido da vivere con amore, il tuo amore, quello per
tutte le cose belle di cui ami circondarti. Chi ama il bello, non può
mai rinunciarvi, significherebbe spegnersi, per questo se ne circonda sempre e ovunque. La bellezza mi mette di
buon umore, da sempre, anche quella dell'essere umano, anche quella
delle altre donne, mi fa dimenticare per un istante di dover morire. Non sono competitiva, non soffro di inutili,
sterili, mortificanti, e davvero banali invidie, ritengo che ognuno
sia quello che è, e nessuno sarà mai come me, ne io come un'altra.
Quanta fatica e anche dolore però costa ricominciare, cambiare, rinnovarsi. Cambiare casa significa rinnovare un po' anche se stessi, andare
avanti, più avanti. In tutto questo guardandomi
intorno stanca e stranita e sfinita per un solo attimo penso esasperata che se avessi
letto meno libri in vita mia, se fossi stata diversa, oggi non solo
non ne sarei sommersa, libri libri libri dappertutto, ma avrei
risparmiato tanta fatica, viaggerei più leggera, questo trasloco
sarebbe più facile, avrei già terminato con gli scatoloni.... ma
quanto dell'animo umano avrei perduto e quanta vita non avrei vissuto
ne scritto? allora sorrido, ne prendo in mano uno a caso, lo accarezzo
con tenerezza e ricomincio a imballare.
martedì 23 aprile 2013
Vecchi fuori, bambini dentro.
Invecchiamo solo fuori, solo il corpo,
solo il viso. Il corpo si appesantisce,si arrotonda, il viso si
segna, intorno agli occhi, intorno alla bocca. Facciamo qualsiasi tipo di
sacrificio, economico, alimentare, fisico, per arrestare questo
processo, per mascherare il tempo che passa, ma dentro siamo
sempre ragazzi, questo proprio, non possiamo mascherarlo. Che tenerezza
per noi stessi quando ci sentiamo, ci vediamo, capiamo che siamo
rimasti così: ragazzi. I vent'anni durano dieci anni, per gli uomini
anche di più, nei casi più gravi non finiscono mai, i trent'anni
durano vent'anni. Mi capita di accorgermi che mi piacciono uomini o un uomo che magari è
troppo giovane per me, e sorrido con amarezza nel ricordare a me stessa che non ho più
quei trent'anni, che magari dovrei interessarmi all'amico che ha dieci anni di più. E capita anche a volte che quell'uomo che mi piace
fra tanti ha l'età giusta e allora mi accorgo che non sono cresciuta
perchè nonostante tutte le esperienze, gli uomini, la vita, le
brutture e le cose belle, le sensazioni sono le stesse di quando ero una ragazzina. Il desiderio mi fa fremere di attesa, mi dà gioia al pensiero di lui, un brivido mi percorre la
schiena quando mi sfiora a tavola o al bar, perchè lui come un ragazzino ha
trovato mille scuse per sedersi vicino a me e io sono arrossita! E poi quando me lo trovo occhi negli occhi è come se fosse la prima volta.
Si cresciamo solo fuori, ci guardiamo e vediamo bambini, ragazzini,
solo più colti, il linguaggio forbito, gli abiti da adulti, il lavoro
da adulti, le case, le macchine, i viaggi, la libertà ma dentro,
dentro abbiamo le trappole dell'infanzia, le cicatrici del
disamore, l'abisso della disillusione e la voglia di cancellare tutto
con uno scherzo,una risata di cuore, un girotondo di vita e un giro di mojito, un gioco a nascondino e uno della bottiglia. Dentro a momenti abbiamo le emozioni e
le speranze degli adolescenti, il desiderio di vivere tutto, anche quando il corpo
non ce la fà, non ti segue. E ti risvegli con la tua stanchezza, i
tuoi fili bianchi tra i capelli, la tua amarezza, le scelte sbagliate
e quelle giuste, la tua compostezza da adulto, la forza che non puoi riposare abbandonare e con nascosto dietro gli occhi quella bambina, quella ragazzina che ogni tanto culli in segreto mentre canti la ninnananna alla tua gatta.
domenica 21 aprile 2013
giovedì 18 aprile 2013
Io lei e il #vino della solitudine
Mi piace vivere da sola. Mi piace
tornare a casa e trovare tutto come l'ho lasciato io, in ordine o in
disordine ma come io ho deciso in assoluta libertà. Mi piace che
sia Tabata, la mia gatta, a spostare quello che le pare, a farmi
trovare per dispetto una collana per terra o il tappeto della cucina
per aria o anche una splendida pipì al centro della stanza se proprio le
sono mancata molto e non sapeva come rintracciarmi per sgridarmi. Mi
piace sentire solo i miei passi, quel silenzio che significa libertà,
pace, rifugio. Mi piace, la sera, vivere a luci basse, soffuse, calde o accendere la tv in stanze diverse su canali diversi e passare da
una all'altra trascinandomi stanca fra il letto e il
divano. Mi piace poter scegliere di cenare oppure no, di cucinare
oppure no, mi piace quel bicchiere di vino che la sera sorseggio sul
divano mentre con una mano accarezzo Tabby. Mi piace pensare
guardando i miei quadri, i miei libri, la mela luminosa del mio Mac. Sorseggio tutto, con calma, pensieri, ricordi, scrittura, desideri, progetti , speranze, sogni, per questa vita eterno presente e futuro
che si rincorrono instancabili. Non ho ancora capito se è stata la
vita ad insegnarmi questo piacere o se ero già destinata a tutto
questo, a questo vivere da sola che tanto amo e che forse senza
accorgermene ho cercato, conquistato poi, e adesso, adesso davvero non so se
potrei mai rinunciarvi per amore. Si, mi piace vivere da sola, sono
un po' gatta anch'io magari, come la mia Tabata. Siamo sole io e
lei, sorelle nel destino, madre e figlia
anche, compagne di casa, di vita , di strada e mi spiace davvero non
poterle regalare uno di quei bicchieri da vino che mi piacciono
tanto, per riempirlo e sorseggiarlo insieme a lei, metterla a conoscenza di
un piacere così impagabile, sul divano, con me, io, lei, e
l'inebriante vino della solitudine.
mercoledì 17 aprile 2013
Con tutto l'amore che ho potuto.
Non me lo chiedevo nemmeno cosa tu
avessi di diverso da tutta l'altra gente al mondo.Per me il mondo eri tu, solo tu un
uomo, il resto, solo persone, tutte quante, nè uomini, nè donne,persone. Pensavo alla fragilità della
vita, al nostro essere creature di passaggio, e tu, tu eri la mia
creatura meravigliosa. Con te ho sentito la felicità, solo con te, un
attimo, un secondo, un minuto, non saprei. Ti guardavo mentre parlavamo
al telefono da opposti marciapiedi, tu con la schiena e una gamba
appoggiata al muro. Alto, felino, luminoso anche nella notte.Ti guardavo ed ho sentito la felicità, l'ho riconosciuta. Tu, io,e
tutto l'amore che abbiamo potuto, che poi è tutto quello che adesso
ci rimane,solo quello,l'amore che abbiamo potuto. Quel momento, te in
quel fermo immagine scolpito nella memoria del mio cuore, dei miei
occhi, chissà , forse sarà l'ultima immagine che vedrò un giorno, prima di chiudere gli occhi per l'ultima volta, te che parli
felice al telefono con me, con la schiena e una gamba appoggiata al
muro. Le tue gambe, rami forti, perfetti, solidi, di quella solidità
che mi dava l'illusione dell'eternità, quelle gambe con cui mi
annodavi a te la notte, quelle gambe e quelle braccia forti. Noi che
dormivamo attaccati a forma di zeta, che ci mandavamo la
“zunotte”quando eravamo costretti a dormire separati. Dove siamo
adesso noi? Con chi siamo adesso noi due? E tu pensi mai alla vita
che abbiamo perduto,a quel figlio che non abbiamo avuto? Pensi mai al
nostro sogno? Quel sogno che anche noi chiamavamo: eternamente
tua,eternamente mio, eternamente nostri.
lunedì 15 aprile 2013
Quell'attimo di eterno che non c'è.
Dove va a finire tutto quell'amore
eterno che abbiamo creduto di provare per qualcuno? Adesso mi capita di ripensare a
lui, alla nostra storia, magari perchè l'ho sentito per telefono, oppure perchè abbiamo avuto uno dei
nostri scambi di messaggi, sempre buoni, sempre ambigui, sempre da non
amici in fondo. Ripenso al nostro primo incontro, alle serate
indimenticabili, quello sì, vicini al mare, a bere buon vino, a
baciarsi fino a sfinirsi. Ripenso a quando l'ho avuto fra le mie
braccia, nel mio corpo, al piacere che mi dava solo
guardarlo, ascoltarlo, accarezzargli i capelli. Uomo dagli occhi grigi,
luminosi come insegne a neon. Ripenso a tutto quell'amore che mi ha
portato anche tanto dolore, alla fine di tutto, quella
lacerazione improvvisa, quell'abisso dal quale ti convinci sia impossibile venir fuori. E poi, oltre all'amore cosa rimane di
tutto il dolore della perdita? Anche quello, dove va a finire? Quel
dolore che mi ha fatto fermare la macchina e scendere a vomitare la
prima volta che ti ho incontrato a distanza di un anno dalla nostra fine, quel
dolore che mi lasciava esausta al pensiero del vuoto che avevi
lasciato, nera voragine nel mio cuore. E adesso? Adesso ti leggo, ti ascolto, penso anche che si non
ho dimenticato niente, che sei ancora più bello di allora, ma che io
davvero non potrei.. Adesso che ho imparato a vivere senza di te,
adesso che anche se sono sola sono felice, adesso che potrebbe essere
diverso magari, adesso ti penso ti guardo e penso a come sia possibile
non pensare più di averti, di volermi per te, ti guardo e non riesco a ricordare la forza di quella scintilla che in un attimo mi infiammava, che in un attimo mi ha incenerito il cuore, in
un attimo, quell'attimo di eterno che non c'è più.
domenica 14 aprile 2013
sabato 13 aprile 2013
Ex files
Abbiamo tutte un archivio segreto dove se proprio non siamo disordinate, teniamo catalogate tutte le nostre storie con gli uomini. Ci sono quelli in memoria del cuore, e quelli non seguono nessuna cronologia nè di età nè di vita, ci sono quelli in memoria del corpo e per il resto ognuno ha tutte le sue altre memorie, libro nero compreso. Sono gli ex-files e tra questi i più tristi sono quelli che noi crediamo essere ancora aperti mentre invece sono belli e chiusi e sigillati da sempre, dalla vita ma soprattutto da lui. Ci sono ex-files che tiriamo fuori al bisogno, come facciamo con i libri quando ci sentiamo sole e
abbiamo bisogno di un ricordo dolce e sexy in cui cullarci per
sperare ancora, crederci ancora, sognare ancora! Ci sono quelli necessari a ricordarci cosa non è l'amore e
cosa non vogliamo e poi ci sono ex-files che invece andrebbero
eliminati senza dimenticare di svuotare subito il cestino.... e poi, poi finalmente arriva un momento nella vita in cui sentiamo che è davvero arrivata l'ora di cambiare l'hard disk.
giovedì 11 aprile 2013
Rosso fisso... sempre.
Dopo aver contribuito per anni affinchè la sfiga mi mantenesse sul suo libro paga, adesso, mi piacerebbe moltissimo che la vita facesse un versamento a mio nome, sul mio conto personale.
Il quarto uomo
Anni fa, avevo come amante uno di quegli
uomini talmente attraenti nella loro fisicità, nel loro fascino,nella
loro intelligenza umana e di vita, da risultare una tentazione
irresistibile. La solita vocina nella mente mi ricordava che avrei potuto mangiare tutte le mele
che avrei voluto ma non quella, quella mela proprio NO! Ma ancora una volta nessuna
cacciata dal paradiso terrestre potè impedirmi di allungare il
braccio e afferrare a piene mani ciò che volevo ,e da fiera
figlia di Eva passavo le mie notti e spesso i miei pomeriggi o
i miei giorni insieme a lui. Sesso tutt' altro che inutile. Fu grazie a lui che cominciai a far caso alla regola del quarto uomo, regola non solo sempre in vigore ma assolutamente indiscussa e indiscutibile per la maggior parte delle donne. Beh, ci sono cose che si dicono, si confessano, si discutono solo a letto, in qualsiasi tipo di relazione, ed è per questo che alla domanda su quanti uomini avessi avuto nella mia vita, senza il minimo sospetto del fatto che quello fosse un test di intelligenza suprema, risposi serenamente, ironicamente ma sinceramente con il numero esatto! Fu uno splendido pomeriggio che ancora oggi ricordiamo con amoroso calore, per le risate, l'allegria e tutte le risposte anche alle risposte! Quasi tutte le donne che conosco e di cui sento parlare gli uomini, ho scoperto, hanno avuto 4 amanti in tutta la loro onorata carriera amorosa, guai a chiamarla sessuale infatti. Mai dire la verità ad un uomo, sostengono convinte, evolute, furbe, la risposta giusta è sempre quella che spiega che hanno avuto tre storia prima, naturalmente d'amore, che ci credevano ma sono state distrutte da questi bastardi senza cuore e senza gloria. Ridere o piangere di questa cultura ancestrale instillata dalle madri? Diciamo pure che potremmo riderne quando il troglodita di turno cascandoci convinto, diventa quello che è ritenuto e merita la degna compagna che ha a fianco o davanti o dietro, non saprei, e piangere per il fatto che fra uomini e donne siamo davvero ancora all'età della pietra. Santa Cleopatra, donna, perchè mai dovrebbe importare a lui se tu hai avuto 4 amori o 44 e a te no? Qual è la differenza fra la tua strada di letto alle spalle e la sua? Non pensi che se gli importa lui non vale niente e tu sarai sempre quel niente per lui? E soprattutto mi chiedo, fra queste specie di individui di sesso diverso solo in apparenza, qual è il maggior rappresentante del sesso inutile?
mercoledì 10 aprile 2013
Dell'amore e di altri #organi.
Abbiamo sempre l'esigenza di definire quello che viviamo, soprattutto sentiamo come urgente l'esigenza di definire l'amore, senza mai pensare che definire può significare limitare.Ti amo molto, moltissimo, quanto il cielo, quanto il mare, quanto il mondo, implica comunque che quel sentimento ha confini visibili e invisibili. Anche immensamente equivale a limitatamente, anche in un profondamente è implicita la fine di una profondità. Sentirsi dire poi o anche dire a qualcun altro"ti
amo come il primo giorno", è davvero orribile nella sua superficialità, dal momento che il primo giorno è
sempre ben poca cosa, andrebbe molto meglio un "più passa il tempo, più ti
amo". E quanto più il tempo passa, quanto più sentiamo di dire che quell' individuo lo amiamo con tutto il cuore, ce lo ascoltiamo dire, anche solo nei nostri pensieri a volte. Ma il fatto è che quando l'amore è amore, allora
tutto il cuore non basta, quando amiamo davvero qualcuno lo amiamo
anche con lo stomaco, i reni, la milza, il fegato, lo amiamo come amano i
folli, perchè "l'amore è folle o non è" ha scritto
qualcuno, tutto il resto, dico io, passa.
martedì 9 aprile 2013
Gli occhi degli uomini
Per quanto si possa pensare di fare
attenzione, per quanto si possa pensare di essere adulte, per quanto si possa pensare di aver visto tanto, sentito troppo, di poter dire la nostra in fatto di uomini e sentimenti, e sesso,per quanto si possa essere abbonate attente, a tutte le rubriche di posta del cuore, per quanto si possa credere di essere ormai immuni alle imboscate sentimentali sessuali che la vita sa come tenderci, sempre, in amore non è facile fare l'errore giusto, non è facile scegliere l'uomo giusto
sbagliato. Anzi oserei dire che è difficilissimo, ci vuole quel tal talento innato di cui parlava mia nonna. Pertanto ecco che succede a noi donne adulte, disilluse e smaliziate, di incontare uomini che hanno occhi di fuoco, ardenti, come il desiderio, e altri che hanno occhi untuosi, come il
sesso, occhi che sembrano muoversi come olive nell'olio. Ci sono uomini che hanno occhi dolci come cerbiatti, puliti come acqua di fonte, come lo è la gioia dei bambini. E poi, poi ci sono uomini che hanno occhi acquosi, come l'estasi, e
uomini i cui occhi sembrano solo occhi, comuni, castani,verdi, azzurri, o grigi, ma comuni, ed è allora che d'improvviso, a tradimento, di colpo, come se fosse la cosa più normale del mondo, sfoderano un
sorriso che è un agguato, un vero e proprio agguato in piena regola, legale e inconsapevole...e noi...noi ci caschiamo dentro... nuovamente.. irrimediabilmente... fortunatamente.
domenica 7 aprile 2013
La fuga è dei perdenti...
Succede anche nel mondo del lavoro così come in quello dell'amore:nessuno ti tiene,o peggio ancora ,nessuno ti vuole. Se nessuno ti vuole è perchè hai la sfortuna di trovarti di fronte persone capaci di andare oltre il filtro di quelle false virtù di cui credi di essere naturalmente dotato,di leggere oltre le pagine autorefereziali del tuo perfetto curriculum carico di competenze soprannaturali. E se nessuno ti tiene invece è perchè comunque alla fine come nella vita il gioco dura poco,minuto più minuto meno alla fine vieni sempre fuori per ciò che sei, e capita che davvero non sei indispensabile.Come te, ce ne sono milioni.E' la ragione per cui, crisi o non crisi,non se ne può proprio più di sentir parlare di fuga dei talenti dal nostro bel paese. E poi, cosa si intende in Italia per talento? Chi lo misura e con quali strumenti? Al di là del discorso sulla conquistata e di nuovo perduta mobilità sociale ,il talento italiano davvero da oscar è quello di costruirsi alibi e rovesciare con rabbia e frustrazione tutte le proprie responsabilità sempre su qualsiasi altra cosa che non contempli noi stessi. Sulla strada che osservo e che percorro da sempre i "talenti" non hanno mai avuto problemi a trovare un lavoro,spesso sono stati reclutati all'estero e in Italia senza che si fossero nemmeno proposti,in qualunque settore,in qualunque mondo anche il più chiuso,o quello che lo sembra. Tutto questo indipendentemente da lauree inflazionate per cui l'offerta diventa davvero poca,o specifiche e di settore. In amore ,nella vita,nella lavoro,non vince chi fugge o chi si sente costretto a farlo,ma chi non ha proprio nemmeno il tempo,il bisogno di pensarci, e rimane, quasi sempre. Vince chi C'è per quello che E'. Sono circondata da perfetti figli di nessuno a cui gli esperti degli alibi non avrebbero dato nessuna possibilità, che grazie ad un talento che forse non credevano nemmeno di avere, lavorano nelle sedi Italiane ed estere delle più grandi multinazionali. Non ho mai pensato di essere un genio incompreso perchè ancora i miei libri non sono in stampa, non mi lancio in analisi di giustifcazioni per me stessa per convinceregli altri, penso solo che il mio lavoro non è pronto,non è perfetto, e che se fossi nata Virginia Woolf o Jane Austen qualcuno se ne sarebbe accorto di certo , non foss'altro perchè il TALENTO ma anche solo la vera bravura,la competenza vera,utile, fanno girare il Dio DENARO! Nessuno,nessuno mai ,in nessun tempo se lo lascia sfuggire. Pertanto quando la smetteremo una buona volta con questa solfa dei talenti e cervelli di cui comunque, francamente ,nessuno mai, mai, parla all'estero, non sento di onori ed onoreficenze attribuite a frotte di italiani, di nessun italiano che salva il mondo!C'è una grande differenza fra l'essere un talento ed il cercare un lavoro che oggi più di ieri è difficile da trovare, ed emigrare per bisogno è doloroso, quando necessario fa di te un mezzo eroe per la tua famiglia, un individuo degno magari per gli altri, ma non implica che tu sia un talento che noi stiamo irrimediabilmente perdendo. Il talento è come la bellezza, è talmente ingrombante, evidente, inconfondibile, innegabile, inconfutabile, spesso anche imbarazzante,nudo e crudo così com'è che non solo non può essere confuso,ma non ha bisogno nè di cercare nè di andare da nessuna parte, non può fuggire nemmeno a se stesso o da se stesso, figuriamoci fuggire all'estero, perchè fuggire poi: il talento è cittadino del mondo!
mercoledì 3 aprile 2013
Titoli di testa e di coda.
Si avvisano i signori lettori che ogni riferimento a fatti, cose, persone, è assolutamente non casuale e pertanto facilmente riconducibile a persone reali che per qualche surreale ragione sono state messe a far parte della mia vita. Mi scuso pertanto anticipatamente con tutti quelli di cui non scriverò, e che quindi non potranno mai riconoscersi ne essere riconosciuti. Il loro bene così come il loro male, evidentemente, era talmente comune da poter essere inglobato nella genericità delle osservazioni e dimenticato.Di contro, in ultimo, vorrei specificare che le persone davvero speciali per me, la mia famiglia, gli amici di sempre, l'uomo che amo, non verranno mai e dico mai menzionati in alcun modo, ne nei fatti ne nelle parole, per ragioni opposte che in passato mi sono anche costate qualche ora di analisi .Tendo infatti ad un senso di morbosa protezione nei confronti di quelli che rappresentano tutta la mia vita e che sono responsabili della mia quotidiana felicità.
martedì 2 aprile 2013
Le professioniste del photoshop
Il Barbablù di Amèlie Nothomb sostiene che lo scopo della fotografia è rivelare tutto l'amore che si prova in una sola immagine, mentre lo scopo dell'amore è quello di condurre ad una foto, una sola, assoluta, della donna amata. Ma Barbablù è l'ultimo romantico del nostro tempo, fotografa con una vecchia macchina, ha una camera oscura! Noi donne di contro, ci avvaliamo di tutta la tecnologia a disposizione sul mercato pur di arrivare alla perfezione di quell'unica foto, di quell'unico uomo che proviamo a tenerci. In pratica siamo le vere professioniste del photoshop! La dove abbiamo l'uomo uovo che ha costantemente bisogno di essere covato, e da una qualsiasi gallina, noi lo trasformiamo abilmente nel fiero gallo del pollaio che non deve chiedere mai, quello che tutte vorrebbero ma che sta con noi, per scelta, ci diciamo. Certo non ci passa mai per la testa eventualmente che anche se fosse, anche per svista, non è chi lo vuole o lo vorrebbe che conta, ma chi se lo tiene poi eventualmente, e sorridenti, sornione ,pensiamo di essere noi le fortunate! La dove finalmente dopo prove e conferme e riconferme la foto ci mostra una rapa, e dalle rape dovremmo saperlo, sangue non se ne può proprio cavare, noi impariamo una tecnica ancora più sofisticata per ritrovarci a contemplare un bell'albero i cui splendidi frutti hanno bisogno di molto, molto tempo per maturare, perchè si sa, ognuno ama a modo suo. Roma per Toma insomma. E in tempo di resurrezione e oltre, tiriamo fuori la foto di Lazzaro risorto che viene fuori dalla sua casa camminando grato, che emozione! Che brave, che professioniste dell'inganno solo a discapito nostro. Se solo capissimo per tempo che l'unico elemento di disturbo per Lazzaro siamo noi, se solo capissimo che lui è felice così com'è, morto! Forse la vera prova d'amore non consiste nel moltiplicare le immagini, o nel crearne una sola ma perfetta, forse è solo cercare di stare in due in autoscatto maldestro in cui con gioia, con fede, paura, rischio ci si rimira ogni giorno. E mentre oggi ci sembrerà di essere venuti proprio male, tra luci e ombre che accentuano i nostri umani difetti, domani magari ci rivedremo bellissimi fra quelle stesse luci e quelle stesse ombre che nel tempo potrebbero fare di quella foto, vera, l'immagine di copertina di un pezzo della nostra vita, magari della nostra vita tutta.
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