domenica 7 aprile 2013

La fuga è dei perdenti...

Succede anche nel mondo del lavoro così come in quello dell'amore:nessuno ti tiene,o peggio ancora ,nessuno ti vuole. Se nessuno ti vuole è perchè hai la sfortuna di trovarti di fronte persone capaci di andare oltre il filtro di quelle false virtù di cui credi di essere naturalmente dotato,di leggere oltre le pagine autorefereziali del tuo perfetto curriculum carico di competenze soprannaturali. E se nessuno ti tiene invece è perchè comunque alla fine come nella vita il gioco dura poco,minuto più minuto meno alla fine vieni sempre fuori per ciò che sei, e capita che davvero non sei indispensabile.Come te, ce ne sono milioni.E' la ragione per cui, crisi o non crisi,non se ne può proprio più di sentir parlare di fuga dei talenti dal nostro bel paese. E poi, cosa si intende in Italia per talento? Chi lo misura e con quali strumenti? Al di là del discorso sulla conquistata e di nuovo perduta mobilità sociale ,il talento italiano davvero da oscar è quello di costruirsi alibi e rovesciare con rabbia e frustrazione tutte le proprie responsabilità sempre su qualsiasi altra cosa che non contempli noi stessi. Sulla strada che osservo e che percorro da sempre i "talenti" non hanno mai avuto problemi a trovare un lavoro,spesso sono stati reclutati all'estero e in Italia senza che si fossero nemmeno proposti,in qualunque settore,in qualunque mondo anche il più chiuso,o quello che lo sembra. Tutto questo indipendentemente da lauree inflazionate per cui l'offerta diventa davvero poca,o specifiche e di settore. In amore ,nella vita,nella lavoro,non vince chi fugge o chi si sente costretto a farlo,ma chi non ha proprio nemmeno il tempo,il bisogno di pensarci, e rimane, quasi sempre. Vince chi C'è per quello che E'. Sono circondata da perfetti figli di nessuno a cui gli esperti degli alibi non avrebbero dato nessuna possibilità, che grazie ad un talento che forse non credevano nemmeno di avere, lavorano nelle sedi Italiane ed estere delle più grandi multinazionali. Non ho mai pensato di essere un genio incompreso perchè ancora i miei libri non sono in stampa, non mi lancio in analisi di giustifcazioni per me stessa per convinceregli altri, penso solo che il mio lavoro non è pronto,non è perfetto, e che se fossi nata Virginia Woolf o  Jane Austen qualcuno se ne sarebbe  accorto di certo , non foss'altro perchè il TALENTO ma anche solo la vera bravura,la competenza vera,utile, fanno girare il Dio DENARO! Nessuno,nessuno mai ,in nessun tempo  se lo lascia sfuggire. Pertanto quando la  smetteremo una buona volta con questa  solfa dei talenti e cervelli di cui comunque, francamente ,nessuno mai, mai, parla all'estero, non sento di onori ed onoreficenze attribuite  a frotte di italiani, di nessun italiano che salva il mondo!C'è una grande differenza fra l'essere un talento ed il cercare un lavoro che  oggi più di ieri è difficile da trovare, ed emigrare per bisogno è doloroso, quando necessario fa di te un mezzo eroe per la tua famiglia, un individuo degno magari per gli altri, ma non implica che tu sia un talento che noi stiamo irrimediabilmente perdendo. Il talento è come la bellezza, è talmente ingrombante, evidente, inconfondibile, innegabile, inconfutabile, spesso anche imbarazzante,nudo e crudo così com'è che non solo non può essere confuso,ma non ha bisogno nè di cercare nè di andare da nessuna parte, non può fuggire nemmeno a se stesso o da se stesso, figuriamoci fuggire all'estero, perchè fuggire poi: il talento è cittadino del mondo!

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