martedì 23 aprile 2013

Vecchi fuori, bambini dentro.

Invecchiamo solo fuori, solo il corpo, solo il viso. Il corpo si appesantisce,si arrotonda, il viso si segna, intorno agli occhi, intorno alla bocca. Facciamo qualsiasi tipo di sacrificio, economico, alimentare, fisico, per arrestare questo processo, per mascherare il tempo che passa, ma dentro siamo sempre ragazzi, questo proprio, non possiamo mascherarlo. Che tenerezza per noi stessi quando ci sentiamo, ci vediamo, capiamo che siamo rimasti così: ragazzi. I vent'anni durano dieci anni, per gli uomini anche di più, nei casi più gravi non finiscono mai, i trent'anni durano vent'anni. Mi capita di accorgermi che mi piacciono uomini o un uomo che magari  è troppo giovane per me, e sorrido con amarezza nel ricordare a me stessa che non ho più quei trent'anni, che magari dovrei interessarmi all'amico che ha dieci anni di più. E capita anche a volte che quell'uomo che mi piace fra tanti ha l'età giusta e allora mi accorgo che non sono cresciuta perchè nonostante tutte le esperienze, gli uomini, la vita, le brutture e le cose belle, le sensazioni sono le stesse di quando ero una ragazzina. Il desiderio mi fa fremere di attesa, mi dà gioia al pensiero di lui, un brivido mi percorre la schiena quando mi sfiora a tavola o al bar, perchè lui come un ragazzino ha trovato mille scuse per sedersi vicino a me e io sono arrossita! E poi quando me lo trovo occhi negli occhi è come se fosse la prima volta. Si cresciamo solo fuori, ci guardiamo e vediamo bambini, ragazzini, solo più colti, il linguaggio forbito, gli abiti da adulti, il lavoro da adulti, le case, le macchine, i viaggi, la libertà ma dentro, dentro abbiamo le trappole dell'infanzia, le cicatrici del disamore, l'abisso della disillusione e la voglia di cancellare tutto con uno scherzo,una risata di cuore, un girotondo di vita e un giro di mojito, un gioco a nascondino e uno della bottiglia. Dentro a momenti abbiamo le emozioni e le speranze degli adolescenti, il desiderio di vivere tutto, anche quando il corpo non ce la fà, non ti segue. E ti risvegli con la tua stanchezza, i tuoi fili bianchi tra i capelli, la tua amarezza, le scelte sbagliate e quelle giuste, la tua compostezza da adulto, la forza che non puoi riposare abbandonare e con nascosto dietro gli occhi quella bambina, quella ragazzina che ogni tanto culli in segreto mentre canti la ninnananna alla tua gatta.

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