martedì 15 ottobre 2013

# Vivere in difesa.

Ce ne stiamo sedute sul gradino della porta di casa, una accanto all'altra: una donna e una gatta. Guardiamo entrambe davanti a noi, immobili, come immerse in pensieri lontani che non riusciamo ad afferrare. Qui su questa terrazza stiamo ferme sopra un mondo che sembra vivere di vita propria, staccato da tutto il  resto, staccato dalla terra. Qui, siamo sole, solo io e lei, io e la mia Tabata che sembra capire ogni mio stato d'animo, ogni mia parola, spesso anche ogni mia intenzione. Da quando viviamo insieme, ho riscoperto tante cose di me, e altre invece le ho scoperte del tutto. Tabata riempie la mia casa, la nostra casa, senza di lei quei pochi metri quadrati  sembrano enormi, senza di lei questa casa sembra vuota. E dire che è così piccola. Invece, invece Tabata è immensa, con il suo incedere elegante, la sua espressione vissuta, quegli occhi che a volte mi spaventano perchè sembrano sapere tutto del mondo, quel suo sguardo vero mi trafigge come un dolore. Sarebbe stata una gatta diversa se la sua vita fosse stata facile? E io? Sarei una donna diversa io se la mia fosse stata una vita normale? Tutte le volte che si avvicina una delle mie partenze viviamo nella tristezza per giorni, comunichiamo di più, con sguardi, affettuosità e anche con qualche dispetto. Lei mi guarda in silenzio mentre sorridendo rimetto tutto in ordine, sorrido perchè so che a volte per paura riaffiora in lei quel sentimento di diffidenza che la spinge ad agire come se anch'io potessi abbandonarla, strapparla alla sua casa, al suo ambiente, preferirle qualcun altro, fosse un cane, un gatto, un qualunque altro animale o un'altra persona. Tabata non è gelosa della nostra casa, tabata è gelosa di me, ha paura che possa finire quel senso di accudimento, di amore incondizionato, oblativo, che sono riuscita a farle sentire. Ci sono giorni in cui torno a casa e mi accorgo che ha passato tutto il tempo abbracciata a qualcosa di mio, anche quando si comporta come se la mia ritrovata presenza le fosse indifferente. Ho dovuto lottare contro di lei,  contro quel dolore che l'aveva resa dura, fiera, sempre a testa alta, dritta, sempre occhi negli occhi, quasi a sfidarmi,quel dolore che l'aveva resa solitaria, refrattaria al contatto umano, quel dolore che la faceva vivere sempre all'erta, attenta, in difesa, quel dolore che la faceva vivere come vivo io. Ho dovuto pazientemente curare le ferite del tradimento, del distacco, dell'abbandono,e anche quando ho pensato che avrei potuto non farcela, che non mi avrebbe amata mai, ho deciso che bastava il mio di amore, che l'avrei amata e accudita e tenuta con me per sempre, anche suo malgrado. Adesso Tabata sa che parto, ma sa anche, con assoluta certezza, che ritorno, sempre, che torno da lei, che torno alla nostra casa, alla nostra vita insieme. E quando decide di abbandonarsi all'amore, a quell'amore tanto agognato in dispettoso silenzio, tutto quell'amore che non conosceva e che magari nemmeno pensava potesse esistere, lo fa come nel sogno dell'eternità. Lo fa volendo credere per un attimo che possa essere per sempre, che tutto è vero, reale, pulito, lo fa volendo credere che nonostante io abbia una natura diversa dalla sua, quella natura che lei conosceva solo come sciocca, volubile, crudele, io sia diversa davvero. Lo fa volendo credere al suo cuore, al mio cuore, alle mie attenzioni, al mio adattare la vita  alle sue esigenze, ai suoi bisogni, al nostro stare sedute vicine a sospirare ripensando le nostre vite, quasi da donna a donna. Tabata si comporta  in fondo come si comportano le persone danneggiate, che hanno subito un torto dalla vita, sin dall'inizio, così anche lei a volte per riposarsi, riprendere fiato, ha bisogno di abbassare i muri, superare i propri confini, abbassare le difese e abbandonarsi al sogno di una vita, di un destino che può cambiare. Sedute una accanto all'altra sullo stesso gradino oggi in realtà ci stiamo salutando, col cuore pesante perchè i giorni che ci separeranno saranno di più questa volta, perchè ci mancheremo e lei sa che sarò in pensiero per lei e che la sognerò; e mentre mi chiedo se anche lei mi sognerà, se percepisce il silenzio o la musica, sento che mi viene più vicino, che mi accarezza con la testa, mi guarda per un attimo con quei suoi occhi carichi di tutto quello che anch'io vorrei per me, e di tutto quello che anch'io ho per lei, poi, lentamente, si volta e rientra in casa. Io lentamente, amorevolmente, come tutte le volte, la seguo.

mercoledì 9 ottobre 2013

Cinquanta #sfumature di niente...

Inutile illudersi: niente ritorna più. Niente, il tempo, le occasioni perdute, alcuni uomini, alcune persone, il corpo che avevamo, il viso che avevamo, soprattutto non torna quel modo di sentire la vita, le cose, la gente, il mondo, quel modo che avevamo quando eravamo più giovani. Niente ritorna nemmeno l'amore, quel modo che avevamo di intuirlo, di sentire la passione, l'attrazione, il bisogno che avevamo anche di averne bisogno, l'idea di esserne innamorati, di quel desiderio, di quella che sentivamo come una necessità imprescindibile della nostra vita. L'urgenza di vivere che sentivamo anche se a intermittenza a volte, non torna più, e spesso l'unica cosa che ci resta è tutto quell'amore che abbiamo potuto. Proprio ieri  a cena con un vecchio amico, proprio mentre lo ascoltavo, mentre mi ascoltavo, ho capito che i discorsi sul presente si esauriscono presto ormai, ci tengono impegnati per pochi minuti anche se si tratta di un presente che dura da alcuni anni. Le considerazioni sul vissuto, sulle cose e le persone e la realtà si esauriscono in breve tempo e in amare considerazioni che alleggeriamo con l'ironia, i nostri sorrisi stanchi e qualche bicchiere di vino. E' del passato che parliamo per quasi tutto il tempo, del passato in cui abbiamo amato, soffrendo moltissimo anche, ma sempre amando molto, davvero, perdutamente, appassionatamente, dolorosamente. Un passato in cui abbiamo amato con speranza cieca, con determinazione, illusione anche, con una forza che ha messo a tacere tutto il nostro orgoglio, la nostra razionalità, la forza di quella ragione che perde sempre contro le tue viscere in fiamme per quegli occhi che solo lui o lei hanno, per quel sorriso, quelle espressioni, quel modo di muoversi e soprattutto di muoversi con te. Eh si, capita di riderci sopra, di prendersi un pò in giro ripensando a quei momenti di vita in cui correvi a pazza velocità come un treno verso il nulla, in cui ti giocavi la vita per un tutto che era solo tuo, che vedevi solo tu, un tutto in cui il cuore batteva forte per qualcosa, per qualcuno, e questo bastava, era tutto, si, ti batteva forte il cuore e questa era l'univa cosa che sembrava avere importanza. Sembra facile, ma tutto questo non torna più, non è vero che il cuore non invecchia, che tutto rimane lo stesso, che si può provare sempre qualsiasi cosa a qualunque età, tutto diventa diverso da un certo momento in poi ed è un momento che non ti senti arrivare se non dopo molto tempo che è passato. Poi ci provi ad afferrare di nuovo quelle cose, ma è come l'acqua tra le mani, è tutto liquido, tutto sfugge, analizzi ogni cosa cercando di ritrovare ragioni e perchè e giustificazioni e chissà cos'altro, ma alla fine tutto si riduce a poche parole, e  il ricordo di qualcuno ti sembra migliore di qualsiasi altro in carne ed ossa. A volte persino  il sogno di qualcuno ti sembra migliore, ti porta più calore, di qualcuno che nemmeno conosci se non attraverso lo schermo di un pc. Così, mentre parliamo ci ascoltiamo liquidare il passato recente in poche righe di parole dette tra i denti come se quasi  si provasse un sottile dolore a pronunciarle, a dire di quel presente vissuto cercando di ricominciare a condividere, a rivivere, riprovare, rivedere, riorganizzare tutta la vita, perchè la verità è che ormai viviamo tutto all'impronta, come ci avevano insegnato a non fare per diventare adulti. Invece, adesso tutto il tuo mondo fatto di certezze, sicurezze, dubbi , sogni e speranze si scontra con la realtà di profondità e colori e sfumature che non esistono più ormai, e che anche tu devi stare attento a non perdere.Tutto di te si scontra con quello che poi non riesci nemmeno a memorizzare, a decodificare, a ripensare, ai tuoi piedi vedi solo frantumi, pezzi sparsi di materiale senza forma e senza colore: dieci, cento, mille, cinquanta sfumature di niente.

lunedì 7 ottobre 2013

...Dal #tramonto all'alba...

Questa notte ho sognato che non riuscivo a riempire la valigia che stavo preparando in vista del mio prossimo viaggio, viaggio che ormai nella realtà si avvicina inesorabilmente. Avevo fretta ricordo, l'aereo ci aspettava e  non riuscivo ad organizzare le cose che dovevo portare con me, nella mia testa e nello spazio a disposizione. Al risveglio mi è rimasta dentro la sensazione del disordine assoluto, del modo in cui forse sto buttando tutte le cose della mia vita nella mia vita, alla rinfusa. Sarà che mi sono presa una vacanza nell'ultimo periodo, una vacanza dal lavoro, dalla scrittura, dalla pesantezza, dal passato e persino dal presente e adesso, adesso mi tocca rimettere tutto in ordine. E non è facile, ecco perchè cerco di non assentarmi spesso, di restare sempre presente a me stessa, perchè poi il lavoro è doppio, come quando trascuri qualsiasi cosa, la casa, un lavoro, qualcuno. A volte però mi faccio forza  e coraggio e cerco di vivere in maniera più superficiale, più leggera, senza stare lì ad analizzare sempre tutto, sempre me, me rispetto al mondo, me rispetto agli altri, me rispetto al passato, me rispetto al presente, cerco solo di vivere e basta, come viene, come capita, come succede se succede, altrimenti niente. Certo tutto questo è pericoloso perchè capita inevitabilmente di accumulare tanta inutilità, roba che poi non sai dove buttare e quando e come, gente compresa, e sei costretto ad aspettare che passi il camion della vita dei rifiuti speciali affinchè se li porti via tutti d'un colpo. E passa, sempre, senza che tu abbia bisogno di fargli una telefonata. Penso che come me, sia davvero poca quella gente che non si fa progetti su altra gente, tutti sembrano farsi un progetto su di te e sugli altri e agiscono solo in funzione di quello, aspettandosi poi che quel progetto si realizzi, ed è quando non va in porto che il camion passa. Per fortuna le tasse che hai pagato alla vita in passato, fanno si che adesso il servizio sia completamente gratuito. Adesso che siamo adulti, che molta vita è passata, forse ormai più della metà che ci rimane da vivere, sentiamo tutto in maniera diversa, ci sono cose che sentiamo in maniera più forte, cose come le gioie, le fortune, e altre che sentiamo in tono minore, cose come le delusioni o il rammarico, e poi, poi ce ne sono delle altre che non sentiamo affatto. Persino le paure ci fanno meno paura, e il dolore, e anche  l'amore, ma l'amore è un discorso a parte. Per fortuna le vacanze finiscono e ricomincia il lavoro, il risveglio, le partenze, i ritorni, e tutto riprende il suo ordine, il suo giro. Succede così di colpo, come quando ti risvegli da un sogno che sembra banale, anche tranquillo, ma che invece ti riporta alla tua inquietudine, a quell'inquietudine che ti caratterizza in fondo, che ti tiene in vita, che ti tiene come sei, come sei stata, come sarai senza possibilità di fuga se non breve e troppo spesso inutile. Succede così in un giorno, dal tramonto all'alba. Prima che il sole tramonti corri corri e corri, hai sempre tutte quelle cose da fare che ti fanno pensare che il tempo non basta, che non ti fanno pensare se non in maniera pratica, veloce, devi prendere decisioni in pochi minuti, sistemare tutto anche quando vivi sorvolando su tutte le cose, poi... Poi un giorno torni a casa, ti togli le scarpe, abbassi la testa per sfilarti la collana dal collo e la gonna dai fianchi e rialzandola rimani incantata, quasi svestita, davanti al panorama mozzafiato che sta dietro le vetrate della tua casa sul tetto, mentre il sole tramonta e tu non riesci più a ricordare da quanto tempo non te ne accorgevi. Mentre il sole tramonta ricomincia il tuo viaggio, ritrovi le tue valigie, quelle piene e quelle ancora da riempire, e non riesci nemmeno a mangiare mentre arriva la sera e hai troppe cose da buttare via, e poche da custodire. E mentre sorridi, a volte con amarezza, su quelle altre che ancora non avevi capito e su quelle che non capirai mai, e mentre viaggi e pensi e non dormi e rileggi i momenti che hai vissuto e quelli che tra un attimo dimenticherai, mentre ascolti la pioggia e il vento e il piccolo cuore del tuo gatto che conta sul tuo amore, mentre la vita si riaccende: arriva l'alba.