giovedì 29 agosto 2013

Una parte del tutto.

C'è stato un tempo in cui riguardare le vecchie foto di famiglia, quelle vecchie foto che ripercorrono il cammino della nostra vita, nostra e di quelli che abbiamo amato, che amiamo, rappresentava un appuntamento fisso a scadenza annuale. Riaprire quella vecchia scatola, quei vecchi album, significava sorridere di tenerezza, di nostalgia, significava recuperare ricordi perduti. Qualche volta abbiamo aperto quella scatola solo per mostrare la nostra storia a qualcuno diventato a noi caro, per metterlo al corrente di noi, farlo entrare nel nostro presente attraverso la rivelazione del nostro passato nella speranza di un futuro insieme. Riguardare quelle vecchie foto significava anche ridere di vergogna perchè le mode cambiano e con le mode i modi di vestirsi e truccarsi e pettinarsi e non ci si riconosce più o ci si disconosce per scherzo. Ripercorrere ogni volta la nostra vita nelle nostre vecchie foto significava sentirsi una parte di un tutto. Adesso quel tempo è passato anche lui con le mode e i modi di acconciarsi e apparire, è passato anche quel nostro modo di essere, di amare, di sentirsi parte di qualcosa e persino di qualcuno. Adesso quella scatola la si tiene sempre chiusa senza nemmeno guardarla mai, perchè adesso il pensiero, la realtà di quello che siamo diventati o non diventati fa rabbia e tristezza e dolore e delusione e rammarico. Adesso quel tempo ci sembra quasi falso, irreale, ci sembra un tempo in cui non avevamo capito, capito che arriva sempre il momento in cui la vita ci costringe a cambiare per sopravvivere, a guardare dritto negli occhi la realtà, la verità, la vita vera finalmente, per cambiare e ricominiciare. La verità della realtà ci costringe a scappare per non morire, a stare zitti per non uccidere con le parole, con la voce, con lo sguardo, con quella parte di noi che è solo dolore  e quindi rancore e rabbia, e quindi dolore che non sappiamo come spegnere. Se mi riguardo bambina allacciata al collo di mia madre, sorridente, con un vuoto al posto degli incisivi e i capelli corti color carota quasi mi manca il respiro, mi sembra che il cuore si indurisca e diventi pesante e fermo, che la gola si stia per gonfiare, e mi sembra di essere sul punto di piangere come per qualcuno che non c'è più, per quelle persone che ricordo di avere avuto nella mia vita e amato e perduto per sempre anche se sono ancora qui, ancora vive, ancora io, ancora mia madre. Se riguardo il sorriso di quelli che ho amato e penso a come sono andate le loro vite, a dove sono finiti i loro sogni, le loro speranze, se penso alle tempeste che hanno dovuto affrontare, se penso a come sono diventati adesso, non posso fare a meno di chiedermi se avrei potuto fare qualcosa anch'io, se non sono responsabile anch'io delle infelicità, e delle problematiche, delle cose che dentro di noi si sono rotte. Non riesco a non chiedermi  dove siano finite quelle persone che amavo più di me stessa, che amo, me lo chiedo perchè non esistono più, come non esisto più nemmeno io, quella me che ero fino a così poco tempo fa. E allora penso che forse non ci conoscevamo ancora, fra padri e figli, fra madri e figlie, fra sorelle e fratelli, fra cugini e consanguinei tutti, forse non ci conoscevamo o non ci amavamo nemmeno allora,  ci sentivamo solamente parte di un tutto che in realtà forse non è mai esistito. Adesso siamo soli, ognuno con se stesso, ognuno con il suo mal di vivere, le sue delusioni quotidiane sempre le stesse e che sempre allo stesso modo feriscono, confermano che quel dolore è reale, è vero. Adesso lo sappiamo e non possiamo fare nulla per  quell'amore che rimane, nulla per alleviare quel senso di smarrimento che il non amore da a chi amiamo e vorremmo salvare, salvare dalla verità, dall'inevitabile, da tutto quell' amore sbagliato che anche noi abbiamo troppo spesso deluso e qualche volta tradito. E adesso sappiamo che non possiamo fare nulla nemmeno per tutto il nostro che è stato offeso, umiliato, costretto a fuggire lontano. Oggi noi che eravamo una parte del tutto siamo diventati quel tutto, e quello ch era il tutto è diventato solo una parte di noi, quella parte che rimane  lì solo per costringerci a crescere ancora, a superarla, ad affrontare la vita in una maniera nuova, senza fili e legami pesanti, senza illusioni e senza rete di protezione. Ci costringe, ci spinge nostro malgrado a tornare indietro solo per prendere la rincorsa e sferrare un salto che è come un colpo, un salto dove conta solo quello che siamo, la forza che abbiamo e che nemmeno immaginavamo di avere, finalmente noi, finalmente leggeri, finalmente anche in alto, anche nel vuoto, anche senza ali, ma finalmente noi senza rete, si, senza rete, liberi, il resto poi si vedrà.

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