martedì 13 agosto 2013

..perdutamente prima, dolorosamente poi..

All'improvviso senza una precisa ragione ecco che ricomincio a vivere con quello che sembra un cavallo al galoppo dentro al petto. Mi alzo la mattina e puntuale sembra svegliarsi con me, cammino per strada,vado al lavoro, ritorno torno a casa, cucino, mi affaccendo, e il cuore nel petto batte forte,  pulsa nelle tempie. Cerco di ignorarlo ma lui batte inesorabilmente in una maniera che sembra irregolare, sento che batte come fosse impazzito, galoppa furiosamente sempre alla stessa velocità, senza tregua. Controllo le pulsazioni e in fondo sono regolari, non è il muscolo cardiaco quindi, non è la tiroide, non è il caldo, sto bene, eppure il cuore bussa forte dentro di me come se volesse uscire, sfondarmi la cassa toracica e darmi un pugno. Batte forte, me lo sento dentro come se fosse qualcosa di estraneo a me, un intruso che vuole uccidermi, che prima o poi esploderà. E intanto io sorrido, rido, festeggio gli amici, la vita, lavoro, viaggio, guido, tutto mentre lui continua a tormentarmi. Penso che potrei prendere qualcosa per l'ansia, oppure fermarmi a respirare come mi ha insegnato il fisioterapista, penso che devo fare qualcosa, ma cosa? Dimenticare il passato va bene, e ci provo, fermare il futuro se solo fosse possibile, e penso che si forse è paura, mi dico, paura e basta, razionale, irrazionale, ma solo paura. E' paura di quello che vivo nel presente, di come lo vivo e anche di come non riesco a viverlo. Forse è paura di come sono diventata, di quello che ho perso di me per strada, che ho lasciato a qualcuno, forse a molti, che ho lasciato nelle case, nei corpi, nei cuori degli altri, nelle loro vite, nei loro pensieri, nei loro ricordi. Cosa rimane di noi dentro quella che crediamo esperienza, dentro quelle che chiamiamo dinamiche ormai conosciute, dentro quelle che chiamiamo altre vite, altre storie? Ci sentiamo spesso nuovi, più pesanti, vissuti, sentiamo che abbiamo imparato la vita, ma cosa ci ha tolto tutto questo in realtà? Diciamo che siamo soli e stiamo bene, non abbiamo legami, impegni e stiamo bene, diciamo di avere conquistato un certo tipo di libertà e stiamo bene! Ma che significa in realtà? In cosa stiamo bene? Dentro delusioni e amarezze? Dentro ricordi meravigliosi che non ci appagano più, o dolorosi che nemmeno ci inumidiscono gli occhi tanto siamo diventati duri, arrabbiati, forti? E allora mentre il cuore batte forte e mi tormenta penso che vorrei spaccare tutto, e maledico tutto, gli errori e le cose giuste, le persone che avrei potuto evitarmi, uomini, donne, amiche, amici, parenti, gente e gente  e poi ancora gente tanto troppo abissalmente diversa da me. E oggi? Oggi cosa faccio? Corro corro indietro a cercarmi, ecco perchè il cuore pulsa, batte forte dentro al petto, e nelle tempie, negli occhi, perchè sono sotto sforzo, perchè corro corro veloce per andare a riafferrarmi per la schiena, girami e riabbracciarmi, per riportarmi finalmente casa. Corro,vado a riprendermi per tenermi stretta perchè il cuore vuole così, perchè il cuore è la mia casa e mi prende a pugni lo sterno per ricordarmi chi ero, chi sono, per ricordarmi che la tachicardia è solo nostalgia, nostalgia di quando sapevo solo amare, amare e basta, appassionatamente prima, perdutamente poi, dolorosamente durante, teneramente alla fine.

4 commenti:

  1. Un mio amico infermiere mi suggerisce di fare un Elettro-Cardio-Gramma. Non si sa mai.

    RispondiElimina
  2. ahahahaha,si lo penso anch'io, non si sa mai, meglio non rischiare in questi casi :D

    RispondiElimina
  3. Le cose che si amano non si posseggono mai completamente. Semplicemente si custodiscono.

    RispondiElimina
  4. Come vorrei saper ritrovare la strada di casa, invece sono persa, neppure il Tom Tom riuscirebbe a capirci nulla affogato com'é da queste lacrime che non smettono di allagarmi la vista dell'orizzonte...

    RispondiElimina