martedì 4 giugno 2013

Mi succede di pensare al tuo #nome.

Mi vedo ancora lontana da casa, lontana dal color acqua di mare del mio cielo, lontana dagli odori e i colori della mia tranquillità, lontana da Tabata che malinconica aspetta il mio ritorno. Tutte le volte che mi allontano anche quando in chilometri la distanza non è moltissima in fondo, mi sento sempre su una terra diversa, di certo sempre mia, ma diversa. Tra la folla mi sembra sempre di riconoscere volti e corpi che conosco, un modo di camminare, di muovere le spalle o ancheggiare mi fa pensare per un momento di avere intorno persone a me care o conosciute o amate. Forse in verità la gente si somiglia un pò tutta, un pò ovunque, siamo tutti simili ad altri che ci sono estranei, oppure è vero anche che a volte qualcuno per un qualche particolare insignificante agli occhi di molti, ci ricorda qualcun altro a cui non somiglia affatto. E ricordare non è somigliare in realtà. La verità è che fra milioni di persone, pur nelle appartenenze alle tipologie, ce ne  sono alcune così diverse da tutte le altre, da tutta la normalità, ce ne sono alcune, poche, rare, di una bellezza che sfugge a qualsiasi descrizione, e mentre le  ricordiamo le amiamo di più anche per questo, le rimpiangiamo di più anche per questo, le vorremmo di nuovo vicine anche per questo, coscienti del fatto che incontrarle, averle, sfiorarle, è stata una fortuna. Mi succede di pensare di sentire che sei fra la gente, di cercare le tue spalle, la tua testa, la tua andatura. Mi capita di vederti ancora e non ci sei, mi capita di sentirti  vicino e non ci sei, mi succede di desidere di correre indietro verso quello che era il nostro vivere e non è più possibile, mi succede di amarti, ancora, vivamente e vividamente, e non ci sei, e non  mi ami, e non ci sarai mai più. Mi succede di capire che non guarirò mai,  di pensare che se avessi solo un'ultima notte è solo con te che vorrei passarla, che se bruciasse la città io correrei solo a vedere se tu e solo tu ti fossi messo in salvo. Mi succede di pensare che avrei voluto morire con te accanto, con te che non sei sangue del mio sangue e ti sento corpo del mio corpo, che avrei voluto quel figlio e non un figlio, perchè sarebbe stato figlio tuo, tuo e mio. L 'amore non passa mi succede di pensare, e quando penso all'amore o sento l'amore, quando mi sembra di ritrovarlo lungo la strada, anche per un solo istante, anche solo negli occhi di qualcun altro, nella bocca di altri uomini, io penso solo e soltanto a te, a te che nella mia vita ti chiami e ti chiamerai sempre soltanto "amore"... e dire che così, non ti ho chiamato mai...

1 commento:

  1. si legge tutto in un fiato...che struggente però..fa riaffiorire le ferite affettive..è un linguaggio vivo che trasmette emozioni..
    f.to Antonio Nicòtina

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