giovedì 13 giugno 2013

Quel che resta del #giorno.

Ci sono mattine in cui mi sveglio e penso già che vorrei che fosse di nuovo sera. Il momento del giorno che amo di più è quello infatti in cui passata una giornata di lavoro, o di lavoro e cinema o di lavoro e cene fuori o feste o altro ancora, rientrando a casa mi chiudo la porta e il mondo alle spalle. Ritrovo le mie luci calde, mi sfilo le scarpe e assaporo il legno, e poi i tappeti, il tutto con la parte più estrema del mio corpo. Il mio cuore poi si gonfia e si scioglie di tenerezza alla vista della mia gatta che mi viene incontro con la coda alzata in segno di saluto, mi aspetta e mi segue, la prendo sempre tra le braccia anche solo per un istante, la stringo forte a me, è il mio modo di salutarla e lei me lo lascia fare. Ma ci sono di quelle sere, di quelle notti, in cui non riesco a dimenticare il giorno, le mattine, i pomeriggi, le sere, le cene, le feste, il lavoro, le persone incontrate e vissute, anche quelle solo di passaggio. Ripenso a momenti in cui avrei potuto dire qualcosa e non l'ho detta, in cui avrei potuto agire diversamente e non l'ho fatto, penso a quello che ho sbagliato e spesso arrossisco in solitudine per quell'errore, cerco di capire da dove viene e perchè, e qualche volta mi metto in agitazione per la rabbia. Ci sono errori, anche grossolani, che commettiamo spesso per educazione,  e altri che invece commettiamo perchè ci eravamo abituati  alle persone peggiori, e tornare alla nostra realtà poi non è così automatico, dobbiamo sbagliare per capirlo. Qualche volta sorrido per le cose buone fatte dette e vissute, per attenzioni, affetto e amore dato e ricevuto, per una buona azione che fa sempre più bene a noi che agli altri ai quali bisogna sempre dosarle per non essere divorati. Ci sono sere in cui nuoto nel mare freddo delle mie debolezze, in quelle che conosco e con le quali ho imparato a convivere, e in quelle che riscopro con amarezza e dolore anche, ma senza lasciarmi più sopraffare, vincere. Comprendo così che nel mio oceano mare la corrente della forza ormai  è superiore a quella della debolezza e anche nel vortice dell'incontro è lei che vince, e magari è anche per questo che sono sola senza avvertirlo, senza desiderare di non esserlo.Stasera sarò fuori, camminerò sui miei taccchi, accavallerò le mie gambe, sorriderò, parlerò, riderò, toccherò i mie capelli, ma senza mai smettere un attimo di pensare a quel momento, di desiderare di tornare in quel mio piccolo mondo segreto e amato, di pienezza e solitutine, di una me che ogni giorno divido con la mia gatta e ogni notte con quel che resta del giorno.

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