Ci sono mattine in cui mi sveglio e
penso già che vorrei che fosse di nuovo sera. Il momento del giorno
che amo di più è quello infatti in cui passata una giornata di
lavoro, o di lavoro e cinema o di lavoro e cene fuori o feste o altro ancora,
rientrando a casa mi chiudo la porta e il mondo alle spalle. Ritrovo
le mie luci calde, mi sfilo le scarpe e assaporo il legno, e poi i
tappeti, il tutto con la parte più estrema del mio corpo. Il mio cuore poi si
gonfia e si scioglie di tenerezza alla vista della mia gatta che mi
viene incontro con la coda alzata in segno di saluto, mi aspetta e mi segue, la
prendo sempre tra le braccia anche solo per un istante, la stringo
forte a me, è il mio modo di salutarla e lei me lo lascia fare. Ma ci
sono di quelle sere, di quelle notti, in cui non riesco a dimenticare il
giorno, le mattine, i pomeriggi, le sere, le cene, le feste, il lavoro,
le persone incontrate e vissute, anche quelle solo di passaggio. Ripenso a
momenti in cui avrei potuto dire qualcosa e non l'ho detta, in cui
avrei potuto agire diversamente e non l'ho fatto, penso a quello che
ho sbagliato e spesso arrossisco in solitudine per quell'errore, cerco
di capire da dove viene e perchè, e qualche volta mi metto in
agitazione per la rabbia. Ci sono errori, anche grossolani, che
commettiamo spesso per educazione, e altri che invece commettiamo perchè ci eravamo abituati alle persone
peggiori, e tornare alla nostra realtà poi non è così automatico,
dobbiamo sbagliare per capirlo. Qualche volta sorrido per le cose
buone fatte dette e vissute, per attenzioni, affetto e amore dato e
ricevuto, per una buona azione che fa sempre più bene a noi che agli
altri ai quali bisogna sempre dosarle per non essere divorati. Ci sono sere in cui nuoto nel mare freddo delle mie debolezze, in quelle che conosco e con le quali ho imparato a convivere, e in quelle che riscopro con amarezza e dolore anche, ma senza lasciarmi più sopraffare, vincere. Comprendo così che nel mio oceano mare la corrente della forza ormai è superiore a quella della debolezza e anche nel vortice dell'incontro è lei che vince, e magari è anche per questo che sono sola senza avvertirlo, senza desiderare di non esserlo.Stasera sarò fuori, camminerò sui miei taccchi, accavallerò le mie gambe, sorriderò, parlerò, riderò, toccherò i mie capelli, ma senza mai smettere un attimo di pensare a quel momento, di desiderare di tornare in quel mio piccolo mondo segreto e amato, di pienezza e solitutine, di una me che ogni giorno divido con la mia gatta e ogni notte con quel che resta del giorno.
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