mercoledì 10 luglio 2013

#Cuore nero.

Da qualche tempo la sera rientrando a casa comincio ad aspettare che quel resta della luce del giorno muoia. E' una luce che amo anche se ha i colori della fine,o di tutto quello che è cambiato e mai  più tornerà come prima, e anche la fine di un giorno può essere la fine di tutto. Per sempre.Vago un pò per la mia piccola casa, mi spoglio, spupazzo la mia gatta e poi mi guardo intorno come per imprimere nella memoria tutto sotto quella luce. Osservo tutto ogni giorno al calar della sera come se fosse l'ultima volta che lo faccio, che vedo quel luogo, quella mia casa, quella mia gatta, i tetti della mia città.  Poi mi siedo sul divano come per riprendere respiro, fiato, e distanza dalla giornata, da tutto. E aspetto, aspetto che arrivi il buio stellato per accendere subito la luce, in fretta, come se quel buio scottasse. Accendo tutte le luci, non quelle d'atmosfera come facevo di solito, come facevo anche quando vivevo con un'amica anni fa, sorridendo ogni volta per le sue proteste, illumino  tutto mentre mi chiedo da dove venga all'improvviso tutto questo bisogno di luce. E così mi ritrovo a ricordare di quando bambina avevo paura, terrore quasi del buio, come fosse un liquido nero e vischioso ma allo stesso tempo impalpabile. Avevo paura che mi contagiasse, che mi invadesse, che svegliandomi mi sarei scoperta cieca, persa in quel buio per sempre. Non mi addormentavo se non vedevo una luce, quella del portone che filtrava attraverso la finestra della porta o quella di piccole lampadine attaccate alle spine della corrente quando dormivo da mia cugina. Avevo paura e me ne vergognavo, inventavo scuse per non stare fuori casa, per non dormire lontana dai miei genitori, lontana da mia madre, anche se non lo dicevo nemmeno a lei, avevo già imparato ad amare in silenzio. Non saprei dire quando quella paura sia svanita, se davvero poi lo è, ma so che da quando vivo qui mi addormento con una luce rossa, piccola, a forma di cuore, accesa sul mio comodino di fortuna, e che mi immergo nella luce quando cucino o mangio, mentre sorseggio il mio vino sul divano o guardo la tv. Luce forte, vivida, di quelle senza ombra. Sarà che anche di giorno mi sembra di avvertire solo buio intorno a me, buio nel cuore della gente, buio nel mio cuore, nel cuore di uomini che ho amato, di persone che amo. Ascolto il buio delle loro menti, dei loro pensieri, delle loro vite, anche quando li guardo e li ascolto ridere mi sembra di sentire buio e dolore dentro di loro, perchè ormai siamo fatti solo del passato. Vedo buio se mi guardo indietro, un buio che avrebbe potuto inghiottirmi e che ho combattuto, stracciato, come si fa con un foglio di carta, un buio che mi ero illusa di aver vinto anche e invece, invece a momenti ci annego di nuovo dentro, e ovunque mi giri o anche solo quando mi impongo di  guardare avanti, di guardare al futuro, eccolo lì, lo rivedo. il buio.E immerso in quell'oscurità a tratti scorgo tutto quel destino che non si è avverato.

2 commenti:

  1. Dopo la morte di mia mamma è tornata una delle paure più irrazionali che avevo da bambina / ragazzina, la paura del buio, la paura di diventare cieca, forse nasconde la paura di rimanere soli, il sentirsi indifesi. Così per dormire tengo sollevata la tapparella, in modo che entri la luce del lampione e della notte...

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  2. Mi provoca sempre uno scossone interiore, un senso di fratellanza, sentire qualcuno che avuto, ha, le stesse paure che ho avuto e qualche volta ho ancora io.Si penso che tu possa avere ragione sul significato che attribuisci al tutto; io penso che ogni volta che dentro di noi e quindi nella nostra vita un equilibrio si spezza riaffiorino in noi antichi dolori, vecchie paure e peggio ancora ne sopraggiungono di nuove. Col tempo vedrai diventeremo sempre più forti, basta ritrovare un pò di quella fiducia nella vita che abbiamo perso stradafacendo. Ti abbraccio Daniela e grazie :)

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