giovedì 4 luglio 2013

L'importanza di chiamarsi...

Prima di amare lui e il suo nome non ti eri mai accorta di quanti altri uomini o ragazzi o bambini e persino neonati si chiamassero allo stesso modo. Non esiste giorno infatti in cui il suono del suo nome non ti faccia trasalire o ti colpisca come un dolore, una freccia, una pallottola al cuore. Poi ti capita pure di sentire al telegiornale che insieme ad altri come per esempio: Marco e Francesco, il suo è il nome più comune d'Italia. E tu che pensavi che fosse raro, come lui! E tu che pensavi che solo lui si chiamasse così. Ma la cosa più inquietante è che guardi ogni uomo che porta il suo nome come se anche lui potesse essere un potenziale grande amore, lo osservi per trovare somiglianze, umane, caratteriali, fisiche, psicologiche.Tutto per pronunciare di nuovo quel nome tutti i giorni, col cuore e il pensiero, tutto pur di sentirselo risuonare fra le labbra, tutto per rivedere di nuovo quel nome sul display del telefono ogni volta che squilla o arriva un messaggio, tutto pur di  scriverlo di nuovo come fosse nostro. E se qualcuno è anche bello, certo in maniera diversa, nessuno potrà mai  essere bello come lui, pensi che si, sicuramente anche il nome ha le sue responsabilità in questo, come dire appunto: il destino nel nome. Capita quindi che per noi e la nostra vita rispetto ad altri, sia importante qualcosa che nemmeno scegliamo noi. Sarà un caso infatti che come per reazione a catena ad un certo punto cominci a collezionare fidanzati tutti con lo stesso nome? Sarà un caso se un mio ex fidanzato aveva avuto e ha donne che portano tutte il mio stesso nome? L'importanza di chiamarsi Ernesto, Riccardo, Francesco, Marco o Cristina, Elisabetta, Annamaria, non è quindi cosa da poco. L'importante per me è chiamarsi Alessandro.

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