martedì 14 maggio 2013

E non è ancora l'alba

Sono qui nella mia nuova casa da più di una settimana ormai e ancora non dormo bene. Di giorno quando mi sdraio sul letto con lo sguardo rivolto alla finestra è come se fossi in aereo,vedo solo nuvole, un mare in movimento, un cielo infinito. Di notte le luci della città sotto di me, davanti a me, cosi lontana e così vicina, mi fanno scivolare in una strana malia a cui ancora non riesco ad abituarmi ne a dare un nome. Mi addormento ancora ripensando alla porta di casa e di vita che mi sono chiusa alle spalle, senza rimpianto,eppure era stata la mia prima casa da sola, e la mia prima casa con un uomo poi. Sensazioni dolci e amare, gioie e dolori, libertà e prigionia, ma vita, la mia. Mi sveglio agitata da sogni confusi, sogni in cui però non c'è più la paura, sento che anche Tabata è irrequieta, non si è ancora ambientata del tutto nemmeno lei. Si è legata a me molto di più di quanto lo fosse prima, mi sta più vicina ,sul divano ,sul letto, mi abbraccia con le sue zampette,e quando mi sveglio si sveglia anche lei. Si alza prima di me e si aggira per la casa, si ferma davanti alla portafinestra che da sul terrazzo e guarda incredula tutta la città sotto di lei, come se ne fosse l'imperatrice. A volte si gira a cercarmi, mi guarda, mi invita vicino a lei. Dal momento che ancora il tempo non lo permette, guardiamo da dietro un vetro la città, la nostra vita anche, sentendoci l'una parte dell'altra, mute, immobili. Ho capito che è lei a vegliare su di me e non il contrario, io mi prendo solo cura di lei. L'ho capito qualche tempo fa quando svegliandomi in piena notte ho aperto gli occhi e l'ho vista accanto a me, sembrava una sfinge solitaria e silenziosa. Era sveglia,immobile, mi dava le spalle come fa spesso, e fissava un punto che solo lei vedeva. Ho sorriso, non l'ho sfiorata, so che non le piace, si scosta se lo faccio quando non è lei a chiederlo, e mi sono riaddormentata con addosso uan sensazione di tranquillità, come chi si sente al sicuro.Allora ho capito che  Tabata è un angelo a forma di gatto, è stata lei a bussare alla mia porta, lei a chiedere di vivere con me, è lei che decide quando baciarmi e farsi accarezzare, si comporta come se la madre fosse lei e io la figlia. Mi sgrida, si offende, pretende rispetto, ma sta sempre accanto a me, veglia su di me da vicino e da lontano anche temo. Quando dormo o lei pensa che io stia dormendo e non me ne accorga, è allora che piano, leggera come se fosse alata si mette accanto a me e sorveglia, protegge il mio sonno. Adesso più di ieri abbiamo bisogno l'una dell'altra. Un suono ci distoglie dai nostri pensieri, è il mio telefono, arrivano dei messaggi, sei tu che non riesci a dormire, che mi scrivi d'amore e d'insonnia ,di bisogno e desiderio,di volontà e destino, tu ancora, dopo tutti questi anni, dopo tutta questa  vita. Io non rispondo, mi guardo intorno, non è buio e non è luce, e dentro e fuori di me e la mia casa sul tetto, sento presenze, fantasmi, e passato, e futuro che mi aspetta, sento amore, e dolore e sentimenti provati e da provare,vissuti e ancora da vivere. Sento come se stessi ripercorrendo una strada, una vita già vissuta, mi capita a volte, ma ci sono sensazioni che sento solo in questa luce, che sento sempre e solo quando ancora non è nemmeno l'alba.

1 commento:

  1. L'aurora (con le sue voci e le sue immagini) è un grandioso preludio dell'alba.
    A volte, io, "vorrei svegliare la notte".
    Renato

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